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Lettere e comunicati

In questa pagina pubblichiamo lettere, comunicati e commenti dell'associazione.

Audio della commissione consiliare 11 aprile 2018

In questo audio è chiaramente udibile la presidente dell'Associazione C.L.A.M.A. chiedere la custodia di alcuni cani molto dimagriti, già segnalati da mesi.
Nell'occasione vennero fatte circolare le foto dei cani visivamente più sofferenti.
http://www.comune.ra.it/Comune/Consiglio-Comunale/Commissioni-consiliari/Nr.-4-Ambiente-Sanita-Pubblica-Qualita-della-Vita/Archivio-audio/Commissione-4-del-11-aprile-2018

Il nostro comunicato in merito alla situazione in canile

4 maggio 2018

COMUNICATO DELL’ASSOCIAZIONE C.LA.M.A. SULLA SITUAZIONE DEL CANILE DI RAVENNA

Apparse stamattina su vari profili Facebook, le foto di alcuni cani ospiti del Canile comunale di Ravenna in evidente stato di magrezza sono diventate virali; i commenti si sono accavallati, in un rincorrersi di accuse ed esternazioni non sempre nel merito, come spesso avviene sui social.

Quello che però accomuna quasi tutti i post è la preoccupazione per lo stato di salute dei cani e la richiesta alle Associazioni animaliste di attivarsi al più presto.

Sentendoci quindi interpellati come volontari operanti all’interno del canile, riteniamo giusto esprimere in maniera chiara la nostra posizione a mezzo stampa.

L’Associazione C.L.A.M.A. da mesi ormai, quasi sempre nella più completa solitudine, ha interpellato a più riprese gli organi preposti, chiedendo chiarimenti su eventuali patologie e cure apportate ai cani in questione e offrendosi più e più volte di sottoporli a proprie spese a consulto veterinario esterno, come tra l’altro previsto nella Convenzione e nel Regolamento del Canile  .

Chiariamo che diversi dei cani le cui foto sono state postate sono giovani ed entrati al canile vaganti o in rinuncia di proprietà in tempi recenti, tutti in buona salute e di peso nella norma.

Eravamo presenti come Associazione in Commissione Consigliare dell'11 aprile, dove sono circolate le foto che ora tutti possono vedere on-line. Avendo a cuore il benessere di animali che possono parlare solo con la nostra voce, ci addolora constatare che dopo mesi e mesi la situazione è rimasta la medesima: cani spaventosamente dimagriti, ad esame visivo in stato di prostrazione, e nessuna risposta soddisfacente fornita su terapie o diagnosi.

La chiusura del canile per gravi e diffusi episodi di gastroenterite ha reso impossibile ai volontari l'accesso alla struttura per un mese circa, e alla recente riapertura le condizioni dei poveri animali ci sono parse ancora più preoccupanti. Sono ripartite le nostre segnalazioni e richieste per sottoporre subito almeno il più sofferente di loro a visita veterinaria  esterna, ma ci è stato negato.

Rifiuto a nostro avviso immotivato, visto che già un altro cane divenuto magrissimo nel giro di pochi mesi, su richiesta di un’altra Associazione animalista, nel mese di febbraio 2018 è stato trasferito  presso un'altra struttura di Ravenna, e nel giro di pochissimi  mesi di cure e alimentazione adeguate è aumentato di diversi chili, una parte dei tanti che aveva perso; non siamo veterinari, ma chiunque può pensare che il trattamento fornito dopo l’uscita dal canile sia stato quello più appropriato e rispettoso della salute del cane. 

Non ci interessa né mai ci è interessato apparire o “farci un nome” creando polemiche; abbiamo tentato con tutte le forze e in tutti i modi di stimolare un dialogo con le istituzioni preposte,  al solo scopo di migliorare la situazione per i cani che sono sotto la custodia dell’amministrazione comunale. A nessuno giova uno stato di conflitto fine a se stesso. Ma davanti a noi abbiamo trovato quasi sempre un muro, e onestamente non faremmo onore al nostro compito di volontari e animalisti attenti, se non chiedessimo pubblicamente a chi di competenza di intervenire fattivamente e risolvere al più presto le situazioni.

Noi abbiamo fatto sempre la nostra parte e sempre la faremo, rendendoci ancora una volta disponibili a curare e custodire a nostre spese i cani in stato più grave.

Mentre scriviamo ci giunge voce che ieri ci sia stato un intervento delle Forze dell'Ordine e  che uno dei cani sia addirittura in stato di sequestro. Segno evidente a nostro parere che la situazione non era sotto controllo come ci era stato assicurato, nel nostro  palese disaccordo. 

Ringraziamo chi si adopera per il bene e la difesa del benessere degli animali e auspichiamo che da questo intervento possa  scaturire il meglio per i cani del canile . 

Rimane il rammarico per tanti mesi di dolore e frustrazione; l’epilogo avrebbe potuto essere ben diverso in un clima di reale collaborazione e dialogo fra volontari e istituzioni preposte al controllo della gestione del Canile .

 

ASSOCIAZIONE ANIMALISTA C.LA.M.A. RAVENNA

IL RAPPORTO CON GLI ANIMALI SELVATICI

c.s. del 15 marzo 2017

In questi giorni assistiamo all’ennesima reiterazione, con articoli a tutta pagina sui giornali,   di un forte allarmismo nei confronti degli animali selvatici rei di farsi ammazzare dalle auto in corsa,  di portare malattie terribili e di distruggere  le coltivazioni e  gli argini dei fiumi, come nel caso delle nutrie e, ultima new entry, di avere addirittura  la pretesa di nutrirsi, purtroppo anche   a scapito di animali allevati dall’uomo, come nel caso del lupo da poco reintrodotto sulle nostre colline.
 
La risposta dello stato e delle istituzioni locali è sempre la stessa : uccidere.

Noi dal nostro piccolo spazio dedicato   ci sentiamo in dovere di  ribadire ancora una volta che uccidere non è la  soluzione.
La caccia  e le deportazioni non risolvono nulla perché, come abbiamo ripetuto ormai mille volte, è scientificamente provato che nelle specie comuni, che ben si adattano al territorio, queste pratiche innescano  una risposta naturale che aumenta la  fertilità e porta in breve tempo a ricostituire il numero precedente, mentre per le specie meno comuni e di più difficile adattamento come il lupo e l’orso (per i quali  si è dovuto provvedere alla reintroduzione con fondi europei) la caccia/bracconaggio  significa  di nuovo  l’estinzione.

Negli ultimi anni  abbiamo cercato un dialogo costruttivo  con Comune, Provincia e Regione, proponendo metodi  di contenimento alternativi incruenti:  
per i daini recinzioni valide, dissuasori (ce ne sono di ogni tipo) come speciali catarifrangenti che deviando la luce dei fari in faccia all’animale  gli impediscono di attraversare la strada, creazione di percorsi obbligati e di itinerari didattici nel parco.
Per le nutrie l’utilizzo di ferormoni specifici per scongiurare eventuali nuovi insediamenti, rimodellamento delle sponde dei canali (le nutrie non scavano tane in argini con una inclinazione fino a 30 gradi) con successivo reinerbimento senza più sfalci e  senza l’uso di diserbanti che destabilizzano il terreno, sotterramento di semplici reti zincate a maglia fitta, immunocontraccezione.

Ma le amministrazioni non ascoltano chi, anche su basi scientifiche, propone interventi alternativi  e ad oggi gli abbattimenti, pur avendo palesemente contribuito ad acutizzare il problema, sono considerati come “best practice”.
Eppure per legge gli animali selvatici sono patrimonio indisponibile dello stato, cioè sono di tutti e  anche di nessuno.

Il recente Piano Faunistico/Venatorio  Regionale   calca  ancor più la mano e incrementa lo sterminio incentivando l’abbattimento di cinghiali, caprioli e daini, anche nelle zone protette.
Secondo questo piano, dalla nostra  pineta i daini dovrebbero essere “rimossi” non si specifica come ma lo possiamo immaginare.
Al contrario non sono mai stati perseguiti gli autori delle immissioni illegali di animali alloctoni sul suolo pubblico, come è successo tanti anni fa per i daini della Pineta di Classe e come è successo anche recentemente  nel caso degli ibridi di cinghiale avvistati in pineta.

Anche il  lupo, reintrodotto  sul nostro territorio dopo il suo sterminio  (come gli orsi in alta Italia)  per ristabilire  equilibrio e biodiversità, adesso rischia di passare da specie protetta a specie  cacciabile nonostante il numero degli esemplari puri sia veramente irrisorio.
Si punta il dito contro gli individui nati dall’ibridazione con i cani inselvatichiti, ma per legge i comuni dovrebbero sterilizzare i cani randagi e quindi questo problema è da imputare  esclusivamente all’inadempienza delle istituzioni.
Si pretendono poi risarcimenti, in caso di uccisione di animali “da reddito”, senza mettere in atto le minime misure di protezione come i recinti,  semplici pratiche in uso prima dell’estinzione dei lupi che oggi sono state abbandonate totalmente lasciando le greggi alla mercè dei predatori.
E così si grida crepi il lupo.
La lobby della caccia, nonostante possa contare solo su poche centinaia di migliaia di iscritti in tutta Italia, riesce  evidentemente, con tutto l’indotto, a tenere in scacco la politica locale e nazionale e la propaganda in suo favore è devastante.

Ma la caccia fa registrare ogni anno un vero e proprio bollettino di guerra anche per gli umani, numeri incredibili di morti e feriti sia tra i cacciatori,  sia tra i “civili” e gli animali domestici.
Basta consultare il sito dell’Associazione Vittime della Caccia (AVC) per farsene un’idea.


Che società vogliamo essere? Vogliamo fare  come  la Toscana dove la sciagurata legge Remaschi ha fatto sì che si possa cacciare tutto l’anno in un enorme far west persino nei parchi,   o come  il Veneto dove un’altra altrettanto sciagurata legge punisce chi disturba la caccia, anche quando questa invade terreni privati, facendo sì che sia passibile di denuncia chi protesta  invece di chi invade le proprietà  pubbliche o private con un fucile in mano.

Nel terzo millennio noi vogliamo lavorare per una convivenza pacifica tra le diverse specie, per una società rispettosa dell’altro.
Ci appelliamo alle persone che ancora hanno coscienza del rispetto e della protezione dell'ecosistema o, almeno, la capacità di ragionare con un pensiero libero e non condizionato da appetiti personali.
Proponiamo un criterio di valutazione che non sia solo e semplicemente quello scientifico, un pensiero etico che prevede un essere umano evoluto, non violento e  attento al bene di tutti i viventi.




Associazione animalista C.L.A.M.A. Ravenna


Nessuna speranza per i cani a catena

07 aprile 2016

NESSUNA SPERANZA PER IL DIVIETO DI DETENZIONE DEI CANI A CATENA...  RINGRAZIAMO I NOSTRI CONSIGLIERI! 

Si è tenuta oggi la seduta di Consiglio per l’approvazione del Regolamento sul benessere animale, dove nessuno degli emendamenti presentati  dal gruppo Lista per Ravenna grazie alla collaborazione con l’Associazione C.L.A.M.A. è stato approvato: non la scelta alimentare etica a base vegetale nelle mense, non il divieto agli allevamenti per animali da pelliccia, perché ritenuti non materia di benessere animale. Tali articoli sono stati invece approvati nel Regolamento di altri Comuni, come quello di Roma.

Né è stato approvata la richiesta di definizione di misure di recinti alternativi alla catena, argomento spinoso che desideriamo riportare alla mente dei lettori.

Molti ricorderanno ancora  i ripetuti e prolungati scioperi della fame del cittadino ravennate Davide Battistini a sostegno del divieto di detenere cani legati alla catena;  dopo mesi di battaglie, di articoli sul giornale, di promesse  di Pulcinella, finalmente l’annuncio che la città di Ravenna e tutta la Regione Emilia Romagna aveva compiuto un passo importante sul lungo cammino del rispetto di tutti gli esseri viventi, il divieto di detenere i cani alla catena era divenuto realtà!

Ma da allora quasi tutti ignorano che ben poco è cambiato nella realtà dei fatti:  perchè al divieto, pur con diverse deroghe  per la maggior parte non condivisibili, non è mai più seguito  nessun atto della Giunta Regionale  che definisse, in alternativa alla catena, le misure dei recinti nei quali i cani dovevano essere  collocati .

Vista la carenza legislativa , di conseguenza anche i soggetti preposti alla vigilanza sull’applicazione del divieto di detenzione alla catena ,  al massimo  infliggono  una sanzione  a chi contravviene alla regola, ma spesso neppure quella .

Come in un gioco di prestigio, il divieto esiste ma è reso nullo dalla mancata definizione di misure precise dei recinti che dovrebbero  rappresentare  la fase successiva  al divieto  di catena.

A suo tempo in Regione una minoranza  di persone evidentemente molto  influente ha bloccato l'approvazione dell'articolo  che definiva le  misure  dei recinti, ed ora anche l’Amministrazione Comunale di Ravenna continua a nascondersi  dietro  questa scusa; in realtà  sarebbe stato assolutamente possibile definire  le misure nel nuovo Regolamento per il Benessere Animale,  ma  la maggioranza dei consiglieri non  ha accolto  le nostre proposte.  Il timore che l’approvazione di misure differenti in Regione in un futuro alquanto nebuloso costringesse i proprietari di cani a nuovi lavori (eventualità remota, che si sarebbe verificata solo in caso di approvazione in Regione di misure più ampie di quelle oggetto di emendamento,  probabile quanto la caduta di un meteorite nella sala del Consiglio)  ha evidentemente frenato quasi tutti i gruppi consigliari. Quindi i cani potranno essere ancora detenuti  alla catena o dentro recinti piccolissimi, indegni di una società che voglia definirsi civile.

Qualche consigliere ha affermato che l’importante non è tanto avere un recinto più piccolo di un metro o due, ma quanto quello di farli uscire; peccato che la sgambatura quotidiana, per ammissione degli stessi soggetti preposti alla vigilanza, sia impossibile da verificare.  E nel recinto minuscolo il cane passerà comunque la maggior parte della sua giornata, grazie a questo nuovo Regolamento.

La proposta presentata dall’Associazione C.L.A.M.A e divenuta  poi un emendamento  presentato dal Gruppo Lista per Ravenna, sostenitore della necessità e urgenza di inserirla nel Regolamento  in approvazione, è stata rigettata da tutti i gruppi, ad eccezione del Movimento 5 Stelle e di Lega Nord, che per questo motivo si sono astenuti dalla votazione.

Invitiamo la cittadinanza a visionare la seduta in streaming, per rendersi conto delle varie opinioni e per tenerne conto in occasione delle prossime elezioni amministrative.

Come Associazione abbiamo partecipato a tutte le sedute per la discussione del nuovo Regolamento, documentandoci e studiando esempi di altri Regolamenti ed opinioni di esperti; la nostra presenza è stata considerata inutile o peggio da alcuni consiglieri, che avrebbero ben preferito votare il tutto in due ore scarse e non ascoltare argomentazioni a cui non sono assolutamente interessati.

Addirittura, un consigliere ha auspicato che gli umani siano trattati come vengono trattati gli animali a Ravenna; con tanti cani a catena, gatti e cani abbandonati per evidente mancanza di educazione civica, cani da caccia uccisi o portati in canile se non più “funzionali”, personale di uffici preposti che sostengono che l’unico diritto degli animali è quello di finire nel piatto, noi invece ci auguriamo che gli umani siano trattati molto ma molto meglio di come lo sono gli animali.

E che in un futuro speriamo vicino tutti gli esseri viventi abbiano lo stesso diritto ad una vita dignitosa, grazie anche ad una classe politica diversa.

 

 

 

 

 

 



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Cani alla catena, la resa dei conti

6 aprile 2016

DIVIETO DI DETENERE CANI ALLA CATENA…SIAMO ALLA RESA DEI CONTI

 

Molti ricorderanno ancora  i ripetuti e prolungati  scioperi della fame del cittadino ravennate  Davide Battistini a sostegno del divieto di detenere cani legati alla catena;  dopo mesi di battaglie, di articoli sul giornale, di promesse  di Pulcinella ,  finalmente l’annuncio che la città di Ravenna e tutta la Regione Emilia Romagna aveva compiuto un passo importante sul lungo cammino del rispetto di tutti gli esseri viventi, il divieto di detenere i cani alla catena era divenuto realtà!

Ma da allora quasi tutti ignorano che ben poco è cambiato nella realtà dei fatti:  perchè al divieto, pur con diverse deroghe  per la maggior parte non condivisibili , non è mai più seguito  nessun atto della Giunta Regionale  che definisse, in alternativa alla catena, le misure  dei recinti nei quali i cani dovevano essere  collocati .

Vista la carenza legislativa , di conseguenza anche  i soggetti reposti alla vigilanza sull’applicazione del divieto di detenzione alla catena ,  al massimo  infliggono  una sanzione  a chi contravviene alla regola, ma spesso neppure quella .

 Come in un gioco di prestigio, il divieto esiste ma è reso nullo dalla mancata definizione di misure precise dei recinti che dovrebbero  rappresentare  la fase successiva  al divieto  di catena.

A suo tempo in Regione una minoranza  di persone evidentemente molto  influente ha bloccato l'approvazione dell'articolo  che definiva le  misure    dei recinti, ed ora anche l’Amministrazione Comunale di Ravenna continua a nascondersi  dietro  questa scusa; in realtà  sarebbe assolutamente possibile definire  le misure nel nuovo Regolamento per il Benessere Animale in approvazione in Consiglio Comunale nei prossimi giorni  ma  la maggioranza dei consiglieri non  pare intenzionata  a raccogliere le ns. proposte.  O per meglio dire, vengono accampate scuse di ogni tipo per continuare a permettere la detenzione di animali  alla catena o dentro recinti piccolissimi, indegni di una società che voglia definirsi civile.

In altre città, come a Roma, nel Regolamento sul Benessere Animale sono state definite giustamente misure precise per i cani detenuti in box e recinti presso privati. Anche  Ravenna può e  DEVE legiferare in merito , L'OCCASIONE è ADESSO.

L’Associazione C.L.A.M.A ha  presentato , per il punto in questione , una  valida proposta , divenuta  poi un emendamento  presentato dal Gruppo Lista per Ravenna  , sostenitore della necessità e urgenza di inserirla nel Regolamento  in approvazione , anche se   finora la maggioranza dei politici è risultata compatta nel non  volere prendere  in considerazione  la cosa .

 Chi si rivolge al politico di turno sarà rassicurato dal fatto che nell' articolo del Regolamento  che  tratta delle “ Caratteristiche dei recinti e dei ricoveri”  è stata inserita in più punti la parolina magica, “idoneo”,  aggettivo  senza alcun  significato  misurabile che continuerà  a rendere la vita dei cani  alla catena e di quelli chiusi in recinti da polli esattamente uguale  a quella attuale  ;  i controlli  sul benessere degli animali effettuati da parte degli organi preposti saranno ancora una volta basati  su  valutazioni  parziali se non personali e sulla buona volontà dei proprietari dei cani, per cui nella maggior parte dei casi  inefficaci .

Desideriamo quindi rendere pubblica  di seguito a tutti  la ns. richiesta  di variazione dell'art. 19 del Regolamento per la Tutela e il Benessere Animale  in approvazione  neiprossimi giorni  ,   augurandoci  che nasca in fretta un  grande movimento di coscienze  che sostenga  fortemente quello  che riteniamo  un punto  imprescindibile   nella strada della difesa  dei diritti degli animali :

“ Per gli animali detenuti in recinti  , fermo restando la necessità di sgambature esterne in sicurezza  al fine di garantire le esigenze psicofisiche e l’interazione con i propri simili, per la costruzione degli stessi devono essere osservate le seguenti prescrizioni:

Dimensioni minime dei recinti:

con area di sgambatura aggiuntiva: box individuali =  mq 9  ( di cui 30% chiusa o coperta)

                                                    box plurimi = mq 9 + mq 7 per ogni cane aggiunto.

senza area di sgambatura aggiuntiva: box individuali mq 20 ( di cui 30% chiusa o coperta)

                                                       box plurimi mq 20 + mq 10 per ogni cane aggiunto.”

 

La seduta di Consiglio che potrà accogliere questi emendamenti è vicina, chiediamo con forza ai politici di ogni schieramento di accogliere le nostre richieste, comprese (ma l’elenco non è esaustivo) il divieto di  allevamenti per pellicce sul territorio (come da altri Regolamenti, ad esempio quello di Roma), l’estensione della definizione di maltrattamento anche agli animali presenti in sagre e fiere, la possibilità di scelta di menu vegetariani e vegani in mense gestite direttamente o indirettamente dal Comune, l’organizzazione di corsi  gestiti da Associazioni di guardie zoofile  volontarie  a beneficio di  chi è delegato al controllo sul benessere animale, la definizione di norme a tutela degli equidi.

Vogliamo un Regolamento che sia veramente utile  nei fatti  per gli animali e che rappresenti   uno  strumento di lavoro valido e chiaro per chi effettua i controlli sul benessere animale, strumento che oggi non esiste, nonostante la miriade di leggi e regolamenti  e che gli stessi addetti ai lavori richiedono a gran voce. Le varie forze politiche contrarie lo capiranno, prima di approvare un REGOLAMENTO SICURAMENTE NON IDONEO?

 

Comunicato su Lassie, cucciolo assassinato

marzo 2016

L'Associazione Animalista Clama di Ravenna, ha seguito e sta seguendo con il massimo coinvolgimento la tragica vicenda della fine della piccola Lassie e del dolore della sua famiglia.

La città di Ravenna finora  non aveva mai conosciuto un gesto  di tale violenza gratuita e deliberata su un piccolo essere vivente indifeso e incolpevole, un atto aberrante e inconcepibile,  che non può e non deve essere dimenticato ;   e soprattutto  non deve rimanere impunito, per Lassie e i suoi cari ,che hanno assistito attoniti e impotenti alla sua fine , e per tutti quegli animali che subiscono maltrattamenti e ingiustizie da parte dell'essere umano, senza che nessuno faccia niente o troppo poco per difenderli, nonostante le leggi e i regolamenti vigenti.

Prendiamo atto dal Corriere di Ravenna 17 marzo 2016 pagina 5, che il proprietario della piccola Lassie, sicuramente in collaborazione con le Forze dell'Ordine alla ricerca dei due colpevoli, non ha riconosciuto alcuno dei possibili delinquenti fra gli studenti della scuola media cittadina che, si presumeva, i due frequentassero. Anzi, le caratteristiche somatiche dei ragazzini hanno fatto comprendere alla persona offesa, che molto probabilmente coloro che hanno ucciso Lassie siano più grandi di quanto si pensasse e quindi, probabilmente , oltre quattordicenni.

Questo ci rafforza nella convinzione che bene ha fatto la Nostra Associazione a sporgere denunzia penale al Tribunale dei Minorenni per le determinazioni di competenza.

Ma detto questo vorremmo comunque evidenziare alcuni punti.

Quale che sia l’età di coloro che hanno compiuto il turpe gesto e che vanno trovati e identificati quanto prima , sia che gli stessi siano o meno penalmente perseguibili perché ultra o infra quattordicenni, i loro genitori sono assolutamente sempre civilmente responsabili, ossia sono tenuti al risarcimento dei danni ai sensi dell' art. 2048 del codice civile :” Il padre e la madre, o il tutore sono responsabili del danno cagionato dal fatto illecito dei figli minori non emancipati o delle persone soggette alla tutela, che abitano con essi. La stessa disposizione si applica all'affiliante.(...............)
Le persone indicate dai commi precedenti sono liberate dalla responsabilità soltanto se provano di non aver potuto impedire il fatto”

Il dovere di educare è sancito dalla Costituzione all’art. 30.

Conseguentemente i genitori sono responsabili (anche patrimonialmente) dei fatti dei figli minori sia per quanto concerne gli illeciti comportamenti che siano frutto di omessa o carente sorveglianza sia per quanto concerne gli illeciti riconducibili ad oggettive carenze nell'attività educativa che si manifestino nel mancato rispetto delle regole della civile coesistenza vigenti nei diversi ambiti del contesto sociale in cui il soggetto si trovi ad operare.

Infatti, come nel caso di cui si tratta  , la crudeltà dei mezzi, i fini abietti, lo spregio per la vita di  creature deboli  , sono esse indice di inadeguata educazione impartita che condanna irrimediabilmente il genitore, oltre che allo stigma sociale, anche al risarcimento economico del danno per quanto causato dai figli.

Ciò che è rilevante è il difetto di un adeguato insegnamento educativo che ha permesso al minore di ritenere lecito od anche solo consentito un comportamento così violento, impulsivo ed ingiustificato.

Questo ci sembra importantissimo e significativo. Ed è giusto che si sappia.

A ciò aggiungiamo una ulteriore considerazione che ricaviamo da letteratura scientifica consolidata.

Come da tempo ormai sostiene la più autorevole psichiatria forense internazionale,  il 36% dei delinquenti seriali aveva  mostrato segni di crudeltà verso gli animali durante l'infanzia, raggiungendo il 46% durante l'adolescenza. Gli esperti che studiano il fenomeno consigliano di non sottovalutare mai i giochi violenti dei bambini nei confronti degli animali, perché questi comportamenti potrebbero  essere segnali di disagio che può preannunciare lo sviluppo di una personalità violenta (Bruno, F., Inquietudine Omicida, Phoenix, Roma 2000).  Non bisogna quindi mai sottovalutare  la propensione al maltrattamento verso gli animali che è stato descritto come un tratto caratteristico, sebbene non comune, dei delinquenti non empatici." e che fa parte della cosiddetta Triade di MacDonald (enuresi, piromania e torture sugli animali, appunto).

La ns. società, che percepiamo  vittima di degrado sociale, ambientale e morale , ha sempre più bisogno di poche regole chiare e di comportamenti corretti, che vanno impartiti da subito ai bambini  in modo che imparino velocemente l'amore , il rispetto e la considerazione per le  forme di vita più deboli, la natura e gli animali,  a tutti gli effetti giustamente considerati  parti integranti  delle ns. famiglie .

Episodi come quello che ha avuto come sfortunata vittima  la piccola Lassie non devono e non  possono appartenere ad una società e a gente civile e non devono mai più accadere  ; il nostro invito, rivolto a tutti ,  è di vigilare, segnalare , denunciare tempestivamente comportamenti e azioni di maltrattamenti, malgestione , prepotenza , arroganza del più forte sul più debole, che possono sfociare, se non fermati in tempo, in situazioni più gravi .

Pensiamo che questa filosofia compartecipativa può e deve essere applicata anche in altri ambiti per creare una efficace rete di salvataggio comune , di collaborazione fattiva, di solidarietà tra persone “ per bene” , di voglia di riconoscersi animati da valori positivi , di giustizia , FINALMENTE.

 

 

NUTRIE E DAINI

21 gennaio 2016

NUTRIE E DAINI… E A CHI ALTRI DARE LA COLPA ANCORA?

Anche il 2016 si apre con l’annuncio di “invasioni” di animali: da quanto riportato in un articolo del Resto del Carlino del 14 gennaio 2016, pare che la Polizia provinciale denunci la presenza di nutrie nel centro cittadino, con perfetto tempismo visto che la Regione sta studiando il “piano di controllo”.

Il comandante della Polizia provinciale dichiara che, “essendo topi, il loro incremento è mostruoso”. Desideriamo rassicurarla: il Coypu (Myocastor coypus), soprannominato Nutria e comunemente chiamato “castorino” è appunto un castoro sudamericano; appartiene all’ordine dei Roditori e più precisamente alla famiglia Myocastoridae. La Nutria, sotto l’aspetto biologico, etologico e morfologico fa parte di una specie completamente diversa da quella di topi e ratti.

Introdotte in gran numero nel nostro territorio per essere uccise per la pelliccia, una volta che non ci fu più mercato per la loro pelle le nutrie vennero abbandonate al loro destino.

Ennesima prova, se mai ce ne fosse bisogno, della mancanza di etica e del totale disprezzo della vita  di altri esseri viventi proprie solo della razza umana.

Nell’elenco degli allarmismi non manca quello riferito ai  danni agli argini di fiumi e canali, di cui ancora non esiste evidenza scientifica in quanto i pochi articoli degli studiosi riportano pareri discordanti. Le loro tane non sono mai più lunghe di due o tre metri, e vengono scavate allo stesso modo da Volpi, Mustelidi, Lagomorfi ed altri roditori. Vogliamo dichiarare guerra a tutte le specie esistenti?

Invece che investire nel rafforzamento degli argini, che per caratteristiche idrogeologiche sono nel nostro territorio particolarmente fragili e malleabili, si individua un facile colpevole. La manutenzione e la cura del territorio comportano studi e  progetti a lungo termine, che mal si conciliano con la miope politica locale e nazionale.

Vogliamo ricordare quando per l’alluvione di Modena si incolparono le nutrie? Poi completamente scagionate dalla relazione tecnica del 12 luglio 2014, che incolpò invece le amministrazioni ed i manutentori dei fondi.

Ed è emblematico che l’Unione Veneta Bonifiche abbia redatto un elenco di 7 punti per evitare il rischio idraulico, e nessuno di questi nomini le nutrie.

Gli abbattimenti sono inutili - lo stessa I.S.P.R.A. ha ammesso l’impossibilità di eradicare la Nutria – ed infliggono sofferenze indicibili ad esseri viventi che hanno la sola sfortuna di avere un aspetto non gradito a qualcuno.

Ancora una volta, ci rivolgeremo direttamente alla Regione per chiedere, ove ce ne fosse la necessità,  metodi di contenimento non cruenti, come recinzioni elettrificate, reti metalliche interrate e piani di sterilizzazione.

Nella stessa pagina del giornale, e con la stessa logica, si torna a parlare dei daini, “avvistati in gran numero nella notte di Capodanno sulla Statale”: ma la Provincia non aveva investito ingenti risorse nella predisposizione di reti? Evidentemente, se gli avvistamenti non sono frutto di un bicchiere di troppo o altro, le recinzioni non sono state predisposte in maniera adeguata.

Anche i daini vennero incolpati addirittura di incidenti ferroviari; indovinate invece quanti incidenti alla rete ferroviaria sono stati attribuiti ai daini nei registri delle Ferrovie?   ZERO

Ed anche sulla base di dati non attendibili  come questi si decretò la morte di animali tanto belli e mansueti. Ovviamente, anche loro introdotti dall’uomo.

Ci auguriamo che, dopo le magre figure in mondovisione della Provincia, la Regione dimostri maggiore discernimento e comprensione della realtà  e convenga di adottare i piani di sterilizzazione proposti dalle associazioni, a costo zero per gli enti.

Ancora un paio di considerazioni:  risultano a dir poco contraddittorie  le correlazioni stabilite fra equilibrio ambientale e cacciatori da Federcaccia e Polizia provinciale: gli stessi cacciatori che allevano specie come fagiani e volpi appositamente per reimmetterle nel territorio e cacciarle, gli stessi che hanno introdotto cinghiali dall’est Europa, molto più prolifici del cinghiale nostrano, per poi cacciarlo ed ammazzarlo senza pietà; gli stessi cacciatori che , da settembre a gennaio, hanno causato la morte di almeno 15 persone ed il ferimento di 60, fra cui due minori.

Passi per Federcaccia, ma da organi che dovrebbero essere preposti alla tutela di fauna ed ambiente,  sarebbe logico aspettarsi  una maggiore empatia verso le specie animali e una  maggiore preparazione sugli importanti temi di tutela ambientale e faunistica di loro competenza , in primis  non confondendo  specie diverse e non   fornendo informazioni errate e fuorvianti, che contribuiscono  a  fomentare  fobie e allarmismi già sufficientemente dilaganti .

 

 Associazione C.L.A.M.A.

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No ai botti: lettera al Sindaco

23 dicembre 2015

Gentile Sindaco di  Ravenna,
è noto come in occasione del periodo di fine anno, o di altre feste popolari, si faccia uso di fuochi artificiali e mortaretti da parte di privati, contravvenendo spesso alle normative nazionali (1). Con ciò si cerca forse di trasmettere una cultura che ritiene positivo perpetuare vecchie tradizioni (che mascherano spesso l’interesse economico ad esse connesso). Dal latino tradere deriva il concetto di passaggio, interpretabile però sia in senso di ‘tramandare’ qualcosa di preesistente, sia di ‘passare’ da un sistema a un altro. Nel caso, affinché una tradizione possa essere ritenuta parte del bagaglio culturale che vale la pena di tramandare, e non sia solo una pedissequa ripetizione del passato, occorrerebbe che essa fosse ancora accettabile dal punto di vista morale.  Sebbene gli usi e i costumi possano essere fonti del diritto, occorre che le istituzioni, ove possibile, scelgano che cosa mantenere delle tradizioni che investono la sfera pubblica, e che cosa abbandonare o trasformare, analizzandone i contenuti.
La morale, il diritto, l’empatia per le sofferenze altrui hanno posto fine da tempo a spettacoli pubblici violenti o offensivi nei confronti di esseri umani e non umani.  Nessuna manifestazione può oggi prescindere dal rispetto dei diritti e della dignità degli esseri umani, così come dei non umani, definiti ‘esseri senzienti’ nell’articolo 13 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (T.F.U.). Né potrebbe essere considerata culturale o tantomeno legale qualora comportasse anche indirettamente maltrattamenti, lesioni, o uccisioni.   
I fuochi d’artificio e i mortaretti liberamente utilizzati da privati sono pericolosi per l’incolumità pubblica sia per il disturbo che arrecano alla  quiete pubblica, sia per il rischio di danni a cose, esseri umani e non umani. In particolare, per questi ultimi, è evidente che l’eccessivo rumore li spaventa e li ferisce, provocando reazioni imprevedibili e mettendo a rischio la loro incolumità e quella delle persone. L’eventuale danno fisico o psichico subito da entrambi non può non essere ritenuto, da una magistratura attenta all’applicazione delle leggi, un reato punibile in base alle normative attuali. Nella fattispecie, per gli animali gli eventuali danni loro arrecati, anche involontariamente, possono integrare il reato di maltrattamento previsto dal Titolo IX bis del Codice Penale, istituito dalla Legge 189/2004, in quanto trattasi di lesioni (o morte) ‘cagionate’ (v. art. 544 bis) senza necessità o per crudeltà. Se non intenzionalmente, certo per colpa grave, tenuto conto di quanto previsto dalle normative.
Molti Comuni hanno già da tempo vietato tale usanza, estendendo a tutto il loro territorio le limitazioni previste dal T.U.L.P.S. del 2003 nelle more di un aggiornamento di tale normativa in relazione alla legge suddetta. E’ quindi compito degli amministratori locali provvedere a regolamentare strettamente tale materia con le dovute forme di garanzia per il rispetto dei diritti degli esseri umani e non umani. 
Grazie per l’attenzione.
Cordiali saluti,

Il consiglio Direttivo Associazione C.LA.M.A. Ravenna




(1) Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (18/6/1931, n.773, aggiornato al 31/3/2003).
57. (art. 56 T.U. 1926). - Senza licenza della autorità locale di pubblica sicurezza non possono spararsi armi da fuoco né lanciarsi razzi, accendersi fuochi di artificio, innalzarsi aerostati con fiamme, o in genere farsi esplosioni o accensioni pericolose in un luogo abitato o nelle sue adiacenze o lungo una via pubblica o in direzione di essa. È vietato sparare mortaretti e simili apparecchi.

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DAINI CI RISIAMO

15 settembre 2015

DAINI: CI RISIAMO CON I SOLITI STORNELLI!
In Provincia sordità totale.





Ci risiamo con lo sbandieramento  di presunti incidenti causati dai daini della pineta di Classe, paravento ormai logoro dietro cui  testardamente continua a nascondersi  la provincia di Ravenna nel tentativo di giustificare, davanti all’opinione pubblica,  la sua insana  volontà di ricorrere sempre e comunque agli abbattimenti, per compiacere il potente elettorato delle doppiette . 
In realtà, nonostante le  varie richieste di accesso agli atti,  i numeri di questi incidenti non sono mai stati realmente forniti dall’ente di Piazza Caduti.
Da altre fonti, invece siamo  entrati in possesso di dati che indicano la scarsissima  sussistenza di incidenti ferroviari imputabili ad animali di vario genere e nessuno, in maniera certa, ai daini.

Il presidente della provincia Casadio sostiene inoltre che, in base al recente censimento, la popolazione dei daini si mantiene stabile,  quindi i casi possono essere solo due, ed entrambi a sfavore dell’operato e  delle intenzioni future della provincia:
 
1) o la colonia dei daini, come  avviene nelle specie selvatiche, si autoregola adattandosi numericamente al cibo e al territorio a sua disposizione e allora dov’è il problema ?
 
2) oppure, come da più parti è stato segnalato, nei mesi scorsi ci sono stati svariati episodi di bracconaggio ( la provincia  sa niente?) che hanno compensato le nuove nascite.

In ogni caso, le recinzioni, i dissuasori e speciali catarifrangenti (ormai in uso in  tantissime zone in Italia e all’estero), che deviando la luce dei fari delle auto in arrivo spaventano  gli animali e impediscono loro di attraversare la strada, basterebbero a risolvere il problema dei famigerati  incidenti o presunti tali.

In questi mesi  inoltre gli animalisti hanno proposto a questa provincia diverse altre vie percorribili per limitare il numero dei daini, ma di queste,  nell’articolo pubblicato su  “il Corriere” del 8-9-15,  il presidente Casadio non fa alcun cenno.
Ben due progetti di sterilizzazioni  e, in estrema ratio, di  spostamento degli animali, redatti da illustri scienziati  del settore, giacciono  da mesi sul tavolo dei dirigenti provinciali,   in attesa  di una risposta che pure era stata promessa.


Come abbiamo  ripetuto ormai  allo sfinimento, le uccisioni non solo non risolvono “il problema” ma lo aggravano.
Infatti  è scientificamente provato che, per quanto riguarda le specie selvatiche   comuni, cioè  quelle che meglio si adattano al territorio, ad ogni intervento umano c'è una  rapida risposta ecologica che porta al reintegro degli esemplari uccisi o deportati, con l'aumento della fertilità e delle nascite.
Sull'inutilità ed anzi la nocività della caccia agli  UNGULATI si è espresso , attraverso la pubblicazione di un articolo sul Suddeutsche  Zaitung (uno dei più importanti quotidiani tedeschi) , il prof. Josef Reicholf, eminente direttore della Divisione Vertebrati della  Collezione Zoologica  di Monaco di Baviera e docente di biologia e conservazione della natura nelle due università di Monaco, il quale afferma, in base a studi scientifici effettuati, quanto segue :

"Quando in un territorio vengono uccisi molti animali mediante la caccia, che avviene soprattutto in autunno e in inverno, i sopravvissuti hanno un miglior apporto nutritivo. Gli animali così rinforzati si riproducono in primavera più presto e con maggior numero di discendenti".

Invece la provincia, in barba  alla scienza e ad ogni buon senso, dopo aver piazzato chilometri di reti “con la consapevolezza che  non si tratta di una misura risolutiva” (testuali parole….ma allora a che pro ?),   preferisce optare per gli abbattimenti e per  il consenso elettorale di pochi di cui sopra.
Dalla caccia di selezione dunque,  ad opera di cacciatori  (o meglio “selettori” che fa più vip) al piano di controllo, ad opera sempre degli stessi cacciatori, ma questa volta con la protezione delle forze armate……non si sa mai che quei delinquenti degli animalisti non abbiano voglia di alzarsi all’alba anche quest’anno e di rispolverare i loro fischietti e le loro trombette assassine.

A causa dell’incapacità della provincia di gestire in modo adeguato la situazione  ,  la scorsa stagione ci sono stati seri problemi di ordine pubblico, si sono verificati diversi episodi di violenza come quello  della testa mozzata di un povero daino fatta trovare, ad opera di bracconieri,  sul cofano dell’auto  di  un animalista,  ci sono state denunce, nervi tesi e ritorsioni  che il presidente Casadio sicuramente ben ricorda, servizio televisivo delle “Jene” compreso: pensa forse di ripetersi ? Pensa che gli animalisti e tutti i cittadini che si sono sacrificati e mobilitati durante  l’intero inverno scorso per difendere i daini si dimentichino di loro?

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Respinto appello al Consiglio di Stato

5 marzo 2015


COMUNICATO STAMPA

RESPINTO L’APPELLO DELLE ASSOCIAZIONI:

CONDANNA CAPITALE PER I DAINI DI RAVENNA

UCCISI IN NOME DELLA BUROCRAZIA

 


 

 

Il Consiglio di Stato riunitosi in Camera di Consiglio il 5 marzo, ha incredibilmente rigettato le istanze delle associazioni Vittime della Caccia, Earth ed Animal Liberation, che assieme all’associazione C.LA.M.A. hanno costituito il coordinamento “Viva i daini vivi della pineta di Classe” con l’obbiettivo di fare fronte unico contro la delibera della provincia di Ravenna che disponeva l’abbattimento degli animali.

Il Consiglio di Stato ha ritenuto il "provvedimento motivato e pienamente sostenuto dagli Enti che hanno concorso all'istruttoria quali l'Ente Parco per il Delta del Po e Ispra" , e che "non risulta dimostrata la applicabilità e la efficacia nella situazione data delle misure alternative proposte che potranno tuttavia utilmente essere prese in considerazione per risolvere i non secondari problemi che l'intervento programmato lascia aperti".

In sostanza, si avvalla ancora il parere di Enti come Ispra, che sostiene sempre e comunque il ricorso alle doppiette invece che i metodi ecologici, e si nega la possibilità di applicare alternative non cruente, rimandate ad un nebuloso futuro, lasciando intendere nel contempo che la carneficina non risolverà i "problemi" attuali.

La deprecabile vicenda ha avuto inizio lo scorso novembre con il provvedimento della Provincia di Ravenna che prevedeva un piano di abbattimento di 67 daini del Parco di Classe sito lungo la statale Adriatica a Sud della città .

Immediate si sono levate le proteste di associazioni, comitati e cittadini indignati

per le evidenti mancanze dell’Ente nell’attuare, come vorrebbe la legge, misure di contenimento non cruente degli animali.

In particolare le associazioni Vittime della Caccia, Earth ed Animal Liberation, sostenute dall’associazione C.LA.M.A. si sono attivate per impugnare l’ordinanza “ammazza daini”.

 

Si è trattato di un lavoro impegnativo, sia a livello organizzativo che per il rischio economico. In prima istanza il Tar di Bologna ha infatti condannato le associazioni al pagamento di oltre 4.000 Euro rigettandone le richieste.

Questo non ha fermato però il Coordinamento che ha continuato la battaglia legale grazie alle donazioni dei tanti privati, alla tenacia delle associazioni ed all’ottimo operato degli avvocati, che hanno messo la propria professionalità gratuitamente al servizio della causa.

Purtroppo, il Consiglio di Stato, che in prima istanza aveva accolto la richiesta di sospensione delle associazioni, non ha poi ritenuto di accoglierne le ragioni

 

 

 

La sentenza del Consiglio di Stato da così il via libera ad un vero e proprio massacro visto che , prima ancora della Pronuncia, la Provincia aveva disposto una proroga dell’attività di abbattimento degli animali di 15 giorni. Non solo daini condannati a morte senza colpe quindi, ma femmine gravide uccise inutilmente mentre portano in grembo i propri piccoli.

Le Associazioni che costituiscono il Coordinamento erano ben consce del rischio di perdita, ma nonostante questo si è deciso di continuare il percorso legale, perché la questione dei daini è diventata emblematica. In Italia malgrado la legge scritta, si ricorre sempre e solo alle doppiette, senza limiti di spazio e tempo, senza rispetto e senza necessità ;consentendo ai cacciatori di sparare in luoghi frequentati dalle famiglie per le passeggiate domenicali; anche nei periodi di riproduzione .

Quello che avviene in Italia alla fauna selvatica è paragonabile ad una macelleria a cielo aperto; con il nome “Macello Italia” il Coordinamento definisce il progetto con cui intende influire a livello politico e di sensibilizzazione, perché tutto questo abbia fine ed i parchi e pinete tornino ad essere rifugio di animali innocenti e di cittadini pacifici.

Raccolta fondi urgente

per il ricorso al Tar contro la delibera "ammazza daini"

RACCOLTA FONDI A SOSTEGNO DELLE ASSOCIAZIONI RICORRENTI DEL COORDINAMENTO "VIVA I DAINI VIVI DELLA PINETA DI CLASSE" CONTRO LA DELIBERA n.252/2014 DELLA PROVINCIA DI RAVENNA

URGENTE ! è necessario raccogliere i fondi per consentire alle associazioni ricorrenti di sostenere le spese di soccombenza a cui sono state condannate dal Tar,e soprattutto per permettere loro di portare avanti questa battaglia con l’appello al Consiglio di Stato, grazie al prezioso aiuto degli avvocati che hanno lavorato con impegno e passione.

 

 

Finora privati cittadini hanno donato circa 500 Euro, che pur sommati alle somme non piccole che hanno versato ricorrenti e sostenitori diretti , non permettono di arrivare alla cifra di 4.800 Euro a cui ammontano le spese di soccombenza.  TROVERETE LE MODALITA’ PER EFFETTUARE L’OFFERTA IN FONDO ALL’APPELLO DETTAGLIATO, OGNI SOMMA, ANCHE PICCOLA, PUO’ FARE LA DIFFERENZA!!

 

 

I Dettagli:

Le associazioni ricorrenti stanno valutando di avanzare ricorso anche al Consiglio di Stato, dopo che il Tar Emilia Romagna ha rigettato l'istanza di sospensiva presentata da Associazione Vittime della Caccia, Animal Liberation ed Earth,  condannando poi le stesse alle spese di soccombenza,  ed evidenziando così un immotivato accanimento viste le ragioni e le soluzioni offerte.

La delibera 252 della provincia di Ravenna con cui si è deciso l'abbattimento dei daini della Pineta di Classe palesa ad avviso dei ricorrenti gravi incongruenze: il piano di abbattimento doveva essere presentato dall'Ente di Gestione del Parco, mentre invece è stato elaborato dalla provincia; non è stato rispettato l'iter previsto dalla Legge regionale 1/2008 e  ci sono state altre irregolarità anche gravi.

Oltre a ragioni etiche e di buon senso esistono quindi validi motivi  anche sul piano normativo  per non lasciare nulla di intentato e per vedere ribaltata la decisione del Tar, visto che i ricorrenti altro non chiedono che l'applicazione di norme statali a tutela della fauna selvatica, dell'ambiente e della sicurezza di chi frequenta il Parco e le zone adiacenti.

Per aiutare le Associazioni rinnoviamo l’appello urgente per questa raccolta fondi.

E' fondamentale informare che il coordinamento "Viva i daini vivi della pineta di Classe", animato da spirito antispecista, si è costituito al fine di impugnare la delibera provinciale di Ravenna n.252/2014  prima al Tar dell'Emilia Romagna e, ove le condizioni lo permettano, anche al Consiglio di Stato, e conseguentemente per fermare l'uccisione dei daini oltreché, eventualmente, di aprire un dibattito sulla caccia di selezione ed i metodi incruenti di contenimento delle specie considerate strumentalmente nocive da chi ha interesse venatorio.

Il Coordinamento "Viva i daini vivi della pineta di Classe" è l'unico autorizzato a raccogliere fondi a tale scopo.

Le somme raccolte sul conto dell'Associazione che si è resa disponibile ad eseguire il lavoro di rendicontazione saranno impiegate dalle associazioni ricorrenti nei tempi e nei modi necessari per far fronte ad ogni urgenza per l'assolvimento degli obblighi di legge ed ogni eventuale necessità connessa.


Nel caso in cui, al termine di tutto l'iter strategico previsto, quanto raccolto nel fondo risultasse in eccedenza, questo verrà utilizzato per favorire un dibattito sulla caccia di selezione in Italia e sui metodi di contenimento incruenti, attraverso una serie di iniziative volte ad informare e sollecitare una seria riflessione su una caccia travestita da selecontrollo che in Italia oramai non conosce più paletti temporali e luoghi di divieto, alimentando e favorendo solo sé stessa, in quanto autoproclamatasi quale soluzione del "problema" da essa stessa causato, impedendo l'applicazione dei metodi incruenti e delle norme vigenti anche in materia di sicurezza pubblica.

Per sostenere il COORDINAMENTO "Viva i daini vivi della pineta di Classe" potete inviare la vostra offerta all'Associazione C.L.A.M.A.Ravenna Onlus,

IMPORTANTE

la CAUSALE deve essere: "Daini della pineta di Classe",

Beneficiario : C.L.A.M.A. Ravenna Onlus

Iban: IT08F0538713108000000008396.


Chi si trovasse a Ravenna può recarsi la negozio "Il magico baule di Pippi" in via Galilei 49 ed effettuare una donazione in contanti, richiedendo che nella ricevuta venga specificata la casale "Daini della pineta di Classe".

Da sapere: in caso le somme raccolte superassero le necessità, chi ha versato oltre 100 Euro e non desiderasse che vengano utilizzati per la campagna informativa, potrà richiederne la restituzione (al netto delle spese di trasferimento) contattando la volontaria incaricata
.

Per informazioni di carattere amministrativo e sulle modalità della raccolta potete scrivere a Mirella:  

gianlucacasadio63@virgilio.it

 

Dopo i daini, le nutrie

Interrogazione promossa da C.L.A.M.A. ed Essere Animali

OGGETTO:   Contenimento Nutrie

Questo il testo integrale presentato al Comune di Ravenna :

Al sig.  Sindaco del Comune di Ravenna
Al Presidente del Consiglio Comunale di Ravenna

Ai Capigruppo:

Alvaro Ancisi
Davide Buonocore
Matteo Cavicchioli
Nereo Foschini
Alberto Fussi
Paolo Guerra
Sarah Ricci
Diego Rubboli
Pietro Vandini

Si richiede risposta scritta



PREMESSO CHE:


La  NUTRIA non è un topo, ma un castoro sudamericano ( Myocastor coypus ).
E' un animale docile ed affettuoso ( in molti paesi è considerato un animale da compagnia ), non è aggressivo e vive in armonia con l'ambiente e l'avifauna locale. E' erbivora ed ha molti predatori naturali ( Volpi, Gatti, Cani, Rapaci diurni e notturni, Ciconiformi, Lucci, Colubridi )


LA NUTRIA NON PORTA LEPTOSPIROSI.
Analisi effettuate presso gli Istituti Zooprofilattici su carcasse di Nutria hanno evidenziato una bassissima frequenza di positività a forme di Leptospira, tutt’al più paragonabile a quella normalmente riscontrabile in altri animali selvatici presenti nei medesimi territori. La presenza di anticorpi per Leptospira è un referto frequente negli animali selvatici sani e non è sinonimo di leptospirosi né di rischio di trasmissione della malattia. Non esistono casi documentati di malattie che siano state trasmesse dalla nutria all’uomo o agli animali domestici. La nutria non rappresenta pertanto alcun pericolo dal punto di vista igienico-sanitario, né ha un particolare ruolo nella trasmissione e diffusione di malattie (Wildlife Disease Association, 1998; Scaravelli & Martignoni, 2000; IZP Brescia, 2000; Cocchi & Riga 2001).


LA NUTRIA NON CAUSA DANNI ALLE INFRASTRUTURE.
Al contrario, può risultare utile in quanto bonifica l’ambiente paludoso e controlla la vegetazione invasiva nei corsi d’acqua.
A tutt'oggi non si hanno dati certi sulla reale costituzione delle tane, che comunque non sono mai più lunghe di 2/3 metri. I pochi articoli scientifici mostrano pareri e dati discordanti. Segno questo di lacune da colmare con studi e misurazioni. Da aggiungere che anche Volpi, Mustelidi, Lagomorfi e altri roditori scavano allo stesso modo tane in prossimita' di corsi d'acqua.
E' inutile accanirsi contro una singola specie, occorre invece investire risorse nel rafforzamento e nella difesa degli argini.
Infatti i nostri terreni sono di origine alluvionale per cui presentano caratteristiche idrogeologiche molto particolari che rendono i nostri suoli assai malleabili, fragili e deboli in termini di resistenza e struttura.
Se i consorzi di bonifica non effettuano una buona manutenzione,  in caso di maltempo e forti precipitazioni, gli argini si indeboliscono ulteriormente creando cedimenti spontanei.
( Nel caso dell'alluvione di Modena si incolparono le nutrie per la rottura dell'argine, ma la relazione tecnica del 12 luglio 2014 le scagionò incolpando le amministrazioni e i manutentori dei fondi )
E’ emblematico che l’Unione Veneta Bonifiche abbia redatto un elenco di 7 punti per evitare il rischio idraulico e nessuno di questi nomini le nutrie.


 CONSIDERATO CHE :

E' stata ormai dimostrata l'inutilità degli abbattimenti:
Lo stesso I.S.P.R.A.  ha dichiarato l’impossibilità di eradicare la Nutria.
Ora si parla solo di contenimenti.
Gli interventi di rimozione parziale rischiano però  di destrutturare le popolazioni inducendo sostanziali alterazioni a livello demografico (a favore di classi d’età più giovani e femmine) e creando le condizioni per un successivo incremento della capacità di crescita delle popolazioni per reclutamento ed immigrazione dalle zone vicine.
Tali pratiche arrecano inoltre notevole disturbo alla fauna locale, soprattutto qualora si agisca nell’ambito di aree protette  o parchi ed il disturbo antropico causato dai piani di abbattimento potrebbe  aumentare il rischio di diffusione di patologie all’interno delle popolazioni animali, comprese quelle di Coypu (Choisy, M. e Rohani, P., 2006).
Tutto ciò con:
sofferenze ingenti inflitte agli animali, che possono essere uccisi 'con ogni mezzo', dicono leggi regionali, come accade a topi e ratti.
l'istituzione di appositi corsi di addestramento per il personale volontario (per lo più cacciatori) addetto alla campagna, dove si insegna come catturare i roditori con trappole a gabbia,  per poi uciderli.
la possibilità anche da parte degli agricoltori proprietari dei fondi di catturare e sparare con grave pericolo per umani e non umani in genere.
l'uso di sostanze pericolose, quindi, da immagazzinare, trappole costose da acquistare in cui può rimanere  rinchiuso  per ore  ogni tipo di animale selvatico e domestico.
C'è poi il problema dello smaltimento degli animali morti:
Le nutrie devono essere incenerite. Bisogna dunque allestire inceneritori, altri costi non indifferenti, e provvedere a tutto il processo della raccolta dei cadaveri, del loro trasporto all’inceneritore, dello smaltimento delle scorie.



CHIEDIAMO :
di uscire da queste logiche di morte e passare a metodi  di contenimento incruenti:

Recinzioni elettrificate:   l’impiego di un filo elettrificato posto ad un’altezza da terra di 15 cm con cui perimetrare gli appezzamenti suscettibili di subire danneggiamento può rappresentare una valida soluzione al problema in contesti spazialmente localizzati

Reti metalliche interrate  a maglia larga  da posizionare lungo gli argini di canali e fossati, habitat elettivi delle nutrie che attraverso queste vie si spostano nella campagna. L’operazione può apparire invasiva, ma si tenga conto che in realtà queste sponde sono per lo più al momento del tutto spoglie a causa di  dissennate pratiche diserbanti intensive che eliminano ogni traccia di vegetazione naturale.
Le nutrie non scavano le loro gallerie laddove la sponda è rimasta coperta da alberi e arbusti, perché disturbate dall’apparato radicale delle piante.
Anche la rete le disturba, e questa intelaiatura metallica (interrata e quindi invisibile) è praticamente eterna ed inamovibile, da cui l’abbattimento dei costi dopo l’investimento iniziale. Il vantaggio ulteriore per l’ambiente è che la rete permetterà la crescita, attraverso le maglie, delle specie arboree e arbustive spontanee, non più disturbate dal diserbo meccanico, impedito quasi quanto le nutrie. In questo modo si consentirà la ricolonizzazione della vegetazione naturale degli argini. E se anche alcune colture dovessero richiedere un taglio raso delle piante cresciute spontaneamente sugli argini, gli apparati radicali inseriti nella rete e non asportabili continuerebbero a trattenere le sponde evitando i fenomeni di smottamento oggi imputati assurdamente alle nutrie invece che all’eliminazione delle siepi ripariali.
Un progetto che contribuirà quindi a rinaturalizzare buona parte del territorio.
ampiamente ammortizzati, tenendo conto che gli argini così protetti non necessitano delle frequenti operazioni di manutenzione straordinaria (Riga e Cocchi, 2001)

STERILIZZAZIONI :

L'ESEMPIO DEL COMUNE DI BUCCINASCO  (Mi)  progetto iniziato nel 2010
Il nostro progetto – afferma il biologo Samuele Venturini – si basa su un contenimento ‘naturale’ dove individui riproduttori sterilizzati, continuando a difendere il territorio in competizione per il cibo e gli spazi con gli individui fertili, impediscano fenomeni di immigrazione e riducano il tasso riproduttivo della colonia. Questo è un sistema indolore, rispettoso della vita e sicuramente più gradito dell’uccisione cruenta che risulta impopolare presso il pubblico più sensibile. Da un anno circa stiamo sperimentando la sterilizzazione nell’area urbana e suburbana del comune di Buccinasco (MI). E i risultati positivi ci spingono a proseguire per questa strada che ci auguriamo di continuare a percorrere sempre con il supporto di Regione Lombardia.” Gli animali vengono così catturati, trasportati in un ambulatorio, visitati, analizzati, chippati, sterilizzati e poi reinseriti nel loro habitat dove vengon costantemente monitorati.
“Da amante della natura quale sono – afferma Loris Cereda, Sindaco di Buccinasco – non posso che essere favorevole a questo metodo e sono stato ben contento che Buccinasco sia stato il Comune pilota di quest’operazione. Mi auguro che i risultati continuino ad essere quelli sperati e che la nostra esperienza possa essere d’esempio per altre città”.

AGGIORNAMENTI  pubblicati dall'ufficio stampa del comune di Buccinasco:
2011: Il Progetto di sterilizzazione delle nutrie sta avendo successo e i risultati sono positivi. La stessa ISPRA e Regione Lombardia hanno concesso la proroga per proseguire con l’ampliamento della sperimentazione. Infatti è stato dimostrato loro che si tratta di un metodo efficace, economico, risolutivo e che si basa su fatti e dati scientifici. Solo le associazioni venatorie e i cacciatori hanno diffamato e calunniato non solo gli Enti preposti ma anche le persone facenti parte di questo studio. Le amministrazioni non hanno dovuto spendere nulla, a differenza invece dei piani di abbattimento privi di criteri e che dirottano denaro pubblico nelle tasche dei soliti noti.  Chi getta fango su questo progetto è perchè ha paura del confronto e della verità ovvero che le uccisioni e la caccia sono un male per l’agricoltura e per l’ambiente. Ricordiamo che il progetto è tutt’ora in corso e in fase di ampliamento.
2012: prosegue la fase di monitoraggio del progetto di sterilizzazione delle nutrie. Confermiamo il successo e i risultati positivi sia da un punto di vista ecologico che etico ed economico.
2013: il progetto continua a gonfie vele e siamo entrati nella fase conclusiva dello studio. L’amministrazione è soddisfatta così pure tutta la cittadinanza.
2014: visto il successo e la validità scientifica del progetto, il dott. Venturini sta coordinando altri nuovi interventi di questo tipo in alcuni Comuni del Nord Italia. Attualmente le Regioni coinvolte sono Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Toscana.
- See more at: http://nutria.progeconatura.com/progetti-e-studi/progetto-nutrie/#sthash.snmc0z41.dpuf



                                                                             Ravenna,  15 - 01 - 2015




Ass. Volontari Animalisti                                                  
C.L.A.M.A. Ravenna  onlus

 

ESSERE ANIMALI onlus   





Per contatti:

Wilma Tassinari                wilmatassinari@libero.it
Massimo Marchetti            info@massimomarchetti.it                                                                   

LA BEFFA DELLA RIUNIONE IN PROVINCIA SUI DAINI

Comunicato del 4 dicembre 2014

Ancora un ennesimo rifiuto da parte della Provincia di ascoltare migliaia di cittadini e consiglieri stessi che, almeno in parte a quanto risulta, si sono trovati quantomeno in imbarazzo alla riunione convocata d'urgenza il due dicembre con tutto gia'deciso.Appena un'oretta, che l'Ente sperava di trascorrere a porte chiuse, è bastata per confermare la mattanza dei daini.
O si dovrebbe dire che è stata l'ultimo atto di una farsa già scritta che si protrae da mesi, con l'Ente che si rifiuta di accogliere e considerare seriamente proposte alternative, dopo decenni in cui la situazione arcinota non è stata nè monitorata nè seguita come di dovere da chi istituzionalmente e' incaricato e pagato  per tutelare un patrimonio di tutti.
Dalla stessa delibera si evince che nessun metodo ecologico è stato approntato, nè dissuasori, nè reti adeguate, nè tantomeno un vaccino antifecondativo per cui secondo le vaghe promesse dello scorso anno si sarebbe dovuto studiare un  protocollo adeguato e chiedere fondi europei. Qualcuno si è  mai interessato minimamente in questo lasso di tempo? E' mai stata fatta domanda in tal senso a chi di competenza?
I dirigenti ed il Presidente si dicono indispettiti da tanta attenzione dei media, che speriamo si mantenga anche piu' alta, eh sì che di animali se ne ammazzano tanti con il loro beneplacido, perchè scaldarsi per un po' di daini?
Perchè, cari signori, riguardo a questa vicenda siamo venuti a conoscenza di aspetti assurdi, abbiamo scoperto una delibera già oggetto di due diffide, e perchè i 67 daini della pineta di Classe sono diventati il simbolo di come la cattiva politica e i suoi servitori siano  incapaci, non solo   di accogliere le richieste di migliaia di cittadini e  di mostrare un atteggiamento etico e rispettoso dei diritti altrui, ma neppure di osservare la legge: la 157 del 1992 prevede che si provino DAPPRIMA metodi ecologici e non cruenti, invece di correre ad armare i cacciatori .
La cattiva politica non si cura dell'offerta generosa di una privata cittadina e si trincera dietro alla burocrazia e alle esigenze superiori di uno Stato, che neppure si cura di interpellare.
Di omissioni, superficialita', disinteresse, inutili lungaggini burocratiche , giustificazioni inconsistenti, ne vediamo tante e spesso purtroppo nel campo della tutela degli animali, e proprio per questo non siamo disposti ad accettare l'ennesima vergogna,  uno Stato tanto sordo e  disumano da decidere che il proprio patrimonio indisponibile composto di esseri viventi debba essere trucidato quando le alternative ci sono tuttei. Dov'è la logica, dove l'umanità e la coscienza?
Non abbiamo trovato leggi che vietino espressamente una custodia conservativa di animali selvatici da parte di privati, che non ne richiedono nè il possesso nè l'acquisto; e laddove esistessero, tali leggi devono essere cambiate, e in fretta, lasciando nel frattempo vivere i daini.
Che neppure hanno avuto un censimento adeguato, tanto che ora si parla di 147 capi invece di oltre 200, perchè leggiamo di "difficoltà nel censimento": come facciamo ad essere certi che i daini siano davvero in sovrannumero?e infatti non lo siamo.
Ancora una volta chiediamo a gran voce che si fermi l'uccisione di esseri stupendi ed inermi, ed abbiamo provveduto a rivolgerci direttamente  al Ministero dell'Ambiente perchè intervenga con urgenza.
Lo Stato siamo tutti noi, le istituzioni devono p
Ancora un ennesimo rifiuto da parte della Provincia di ascoltare migliaia di cittadini e consiglieri stessi che, almeno in parte, a quanto risulta, si sono trovati quantomeno in imbarazzo alla riunione convocata d'urgenza il due dicembre con tutto gia'deciso.Appena un'oretta, che l'Ente sperava di trascorrere a porte chiuse, è bastata per confermare la mattanza dei daini.
O si dovrebbe dire che è stata l'ultimo atto di una farsa già scritta che si protrae da mesi, con l'Ente che si rifiuta di accogliere e considerare seriamente proposte alternative, dopo decenni in cui la situazione arcinota non è stata nè monitorata nè seguita come dovrebbe da chi istituzionalmente e' incaricato e pagato  per tutelare un patrimonio di tutti.
Dalla stessa delibera si evince che nessun metodo ecologico è stato approntato, nè dissuasori, nè reti adeguate, nè tantomeno un vaccino antifecondativo per cui secondo le vaghe promesse dello scorso anno si sarebbe dovuto studiare un  protocollo adeguato e chiedere fondi europei. Qualcuno si è  mai interessato minimamente in questo lasso di tempo? E' mai stata fatta domanda in tal senso a chi di competenza?
I dirigenti ed il Presidente si dicono indispettiti da tanta attenzione dei media, che speriamo si mantenga anche piu' alta, eh sì che di animali se ne ammazzano tanti con il loro beneplacido, perchè scaldarsi per un po' di daini?
Perchè, cari signori, riguardo a questa vicenda siamo venuti a conoscenza di aspetti assurdi, abbiamo scoperto una delibera già oggetto di due diffide, e perchè i 67 daini della pineta di Classe sono diventati il simbolo di come la cattiva politica e i suoi servitori siano  incapaci, non solo   di accogliere le richieste di migliaia di cittadini e  di mostrare un atteggiamento etico e rispettoso dei diritti altrui, ma neppure di osservare la legge: la 157 del 1992 prevede che si provino DAPPRIMA metodi ecologici e non cruenti, invece di correre ad armare i cacciatori .
La cattiva politica non si cura dell'offerta generosa di una privata cittadina e si trincera dietro alla burocrazia e alle esigenze superiori di uno Stato, che neppure si cura di interpellare.
Di omissioni, superficialita', disinteresse, inutili lungaggini burocratiche , giustificazioni inconsistenti, ne vediamo tante e spesso purtroppo nel campo della tutela degli animali, e proprio per questo non siamo disposti ad accettare l'ennesima vergogna,  uno Stato tanto sordo e  disumano da decidere che il proprio patrimonio indisponibile composto di esseri viventi debba essere trucidato quando le alternative ci sono tuttei. Dov'è la logica, dove l'umanità e la coscienza?
Non abbiamo trovato leggi che vietino espressamente una custodia conservativa di animali selvatici da parte di privati, che non ne richiedono nè il possesso nè l'acquisto; e laddove esistessero, tali leggi devono essere cambiate, e in fretta, lasciando nel frattempo vivere i daini.
Che neppure hanno avuto un censimento adeguato, tanto che ora si parla di 147 capi invece di oltre 200, perchè leggiamo di "difficoltà nel censimento": come facciamo ad essere certi che i daini siano davvero in sovrannumero?e infatti non lo siamo.
Ancora una volta chiediamo a gran voce che si fermi l'uccisione di esseri stupendi ed inermi, ed abbiamo provveduto a rivolgerci direttamente  al Ministero dell'Ambiente perchè intervenga con urgenza.
Lo Stato siamo tutti noi, le istituzioni devono proteggere un patrimonio che e'  di tutti, e ci dissociamo completamente da istituzioni disumane ed ottuse da non tenere in considerazione il volere dei cittadini, le richieste di legge ed il buon senso.
 
ASSOCIAZIONE CLAMA RAVENNA
 

COMUNICATO DELL'ASSOCIAZIONE C.L.A.M.A del 30.11.14

sulla dellibera della Provincia sui daini

In barba  al criterio di trasparenza che dovrebbe obbligatoriamente     

    e   doverosamente  ispirare tutta la  pubblica amministrazione, la delibera provinciale del 12 novembre   2014 alla fine del mese di novembre non risultava ancora essere stata messa in rete a disposizione dei cittadini, e solo ora e con difficoltà l'Associazione C.LA.M.A. Ravenna Onlus ha potuto prendere visione del documento.
Mentre decine di migliaia di cittadini si mobilitavano in difesa dei daini confidando  nella possibilità di soluzioni alternative che la provincia aveva lasciato intravedere,  in realtà era  già tutto deciso.
Nero su bianco, in poche pagine è scritto il destino di 67 daini inermi: riferendo nuovamente di problemi alla circolazone ferroviaria (che, ricordiamo per l'ennesima volta, furono smentiti direttamente dalla Polfer) ed enfatizzando danni alle colture, di cui sono stati resi noti i valori in realtà molto limitati, la Provincia decide di agire contro l'aumento "esponenziale" dei daini, introdotti "accidentalmente" qualche decennio fa, col metodo peggiore, l'ABBATTIMENTO
Come già sottolineato da altre Associaizoni e da privati cittadini, è ridicolo parlare di immissioni accidentali: lo spostamento di alcuni capi è stato di certo frutto di una volontà precisa e ben  organizzata, ed il responsabile deve essere accertato e perseguito.
E di quale aumento esponenziale stiamo parlando, se leggiamo su più fonti che il numero  dei capi è lo stesso dell' anno scorso? Con che metodi poi, ci chiediamo, è stato condotto il censimento?
L'introduzione in un territorio di una specie alloctona che non ha predatori naturali è frutto del dissennato rapporto uomo-natura  e  sono proprio le sconsiderate attività umane, con la conseguente distruzione degli habitat naturali, che rendono necessari gli interventi di "contenimento" i quali devono quindi essere indirizzati non alla difesa dei colpevoli, ma alla tutela di chi non ha colpe.
E non lo dicono solo gli animalisti, lo dice la legge, l'ormai famosa legge 157 del 1992 che stabilisce che, di norma,  per il controllo della fauna selvatica debbano essere  impiegati metodi ecologici, cioè non cruenti.
Ma la delibera decreta che i daini della pineta di Classe avranno diritto alla tutela di legge solo se confinati in una piccola area chiusa e limitata, dove si avvierà (non si sa in quali tempi) il controllo della fertilità con immunocontraccezione.
Nelle aree attigue invece sarà messa in atto la caccia di selezione  e in alcune zone definite problematiche,  come ad esempio vicino  alle case e alla ferrovia, saranno contemplate anche le  catture,  affidate ad Animal Rescue Team Italia e ad Alfa 3000.
 Dove finiranno questi capi?  Perchè questi animali si dovrebbero poter spostare, a differenza di quelli che una privata cittadina vorrebbe accogliere e di cui si vieta l'affidamento?
Morale della favola : in un'ampia zona di territorio, a ridosso di un'area  protetta (o che almeno dovrebbe esserlo),  si dà il via libera  alla caccia, per la grande  gioia di chi ancora considera l'uccisione di esseri viventi   indifesi uno sport.  
Oltre alle considerazioni di carattere etico, che evidentemente non interessano ai dirigenti della Provincia, è tragico e ridicolo pensare di interpretare una legge in maniera diversa da una zona all'altra, nell'arco di pochi chilometri.
Per anni non è stato fatto nulla per poi arrivare, all'italiana, alla dichiarazione di uno stato di "emergenza", un'emergenza che, in questo caso,  in realtà neppure c'è.
I  metodi di contenimento alternativi, come  sistemi di allarme dissuasori e reti idonee, devono essere ancora sperimentati e attuati e  per il vaccino antifecondativo, nonostante sia da un anno che se ne parla,  non è stata fatta alcuna richiesta  di fondi europei nè di registrazione del farmaco.
Ma mentre la Provincia non si preoccupa  minimamente di attuare un piano alternativo, una cittadina si è offerta di ospitare i  67 daini condannati a morte , a proprie spese, nella sua tenuta. La signora  Eleonora Schonwald, già assegnataria in passato di animali selvatici, ha presentato tramite il proprio avvocato richiesta formale in tale senso.
Il rifiuto della Provincia è stato motivato dapprima con la mancanza di richiesta formale (ora è stata presentata), poi con la mancanza di autorizzazzioni (ma la signora si è dichiarata più che disponibile ad ottemperare agli obbighi di legge ed è a completa disposizione dell'Ente per adeguamenti o verifiche del suo terreno); infine si è parlato di "inalienabilità dei daini quali patrimonio dello Stato". Nessuno vuole alienare nulla, in quanto si tratterebbe di un affidamento conservativo e non di vendita.
 
Dato il persistere di un atteggiamento di assoluta chiusura dell'Ente provinciale, anche l'Associazione C.L.A.M.A. si rivolge direttamente al Ministero dell'Ambiente ed alla Prefettura, perchè il buon senso ed il rispetto di cittadini ed animali prevalgano.
In queste ore l'Associazione Vittime della Caccia ha presentato diffida formale alla Provincia, al sindaco di Ravenna ed al responsabile ATC, dichiarandosi pronta ad impugnare al TAR la delibera. La presidente del'Associazione nel comunicato stampa sottolinea le incogruenze, la mancanza di trasparenza e la violazione di norme non solo sulla caccia.

Chiediamo che la delibera venga immediatamente REVOCATA e che si attivino subito seri piani alternativi all'uccisione, quali vaccino antifecondativo , trasferimento di alcuni capi in idonee strutture non commerciali o comunque non finalizzate  al loro sfruttamento, e che tali piani non si risolvano in chiacchiere e vane promesse, ma in una reale salvaguardia della vita di questi splendidi animali.
 
In tempi bui in cui la fiducia nella politica è ai minimi storici (il grande astensionismo in Emilia Romagna alle elezioni regionali è anche frutto della miopia dimostrata dalle istituzioni nella gestione  del rapporto fra uomo ed altri animali, tanto è vero che in tanti si sono recati alle urne verbalizzando il loro  dissenso a questo proposito ) ignorare con tale arroganza le proteste di migliaia di cittadini, senza prendere in considerazione nessuna alternativa, risulta ancora più incomprensibile.
La vicenda dei daini è diventata l'emblema di come la cattiva politica sia incapace di gestire con rispetto ambiente ed animali (affidando grottescamente ad associazioni venatorie il controllo del territorio, o disattendendo le leggi come quelle sulla prevenzione del randagismo, o ancora bloccando leggi come quella sul divieto di detenzione dei cani a catena ).
Per loro e per tutta la fauna selvatica, chiediamo che si ripongano le doppiette e si rispetti la legge, attuando metodi di contenimento non violenti come la maggioranza della popolazione richiede.
 
Associazione C.L.A.M.A. Ravenna Onlus

COMUNICATO DELL'ASSOCIAZIONE C.L.A.M.A. SUL PROGETTO DI UCCISIONE DEI DAINI

10 NOVEMBRE 2014

COMUNICATO DELL'ASSOCIAZIONE C.LA.M.A. RAVENNA ONLUS SUL PROGETTO DI UCCISIONE DEI DAINI

Ci riprovano ancora, vogliono ammazzare i daini!
Negli ultimi anni, a cadenza annuale, i dirigenti provinciali ripropongono l' "emergenza daini" della pineta di Classe, accampando motivi fra i più disparati che richiederebbero come unica soluzione l'abbattimento di questi stupendi e pacifici animali.
Ricordiamo che lo scorso anno le motivazioni di presunti incidenti stradali e ferroviari causati dai daini furono smentite da operatori del 118 e dalla stessa Polfer.
Ma niente paura! Di motivi ne trovano sempre trovare per distribuire autorizzazioni alle doppiette.
Pur di incominciare a sparare, si sfiora il ridicolo (se il tutto non fosse tragico): dicono che l'intervento sperimentale del contenimento degli esemplari con vaccini contraccettivi, proposto dagli animalisti e che aveva incontrato il parere positivo dell'Ispra, non è applicabile per la mancanza di dati da inserire nel protocollo che definisca questo tipo di attività, come il tipo di sostanza da utilizzare, il coinvolgimento dell'Ausl ed il numero di animali da trattare. (per il numero di animali da abbattere, invece, i dati sono miracolosamente già disponibili, 66 sui 236 presenti).
Dal servizio Agricoltura / Caccia dell Provincia,spiegano che sono dati che si potranno raccogliere (con calma, immaginiamo) nei prossimi anni. Intanto, per la gioia dei cacciatori, via con le doppiette!!!
Perchè in questo anno (ed oltre) non sono stati raccolti questi dati ?f Forse perche' non servivano per arrivare dove si voleva?
Durante la conferenza pubblica organizzata lo scorso anno dall'Associazione EssereAnimali esperti del settore hanno esaurientemente spiegato come la decimazione di gruppi di animali selvatici non possa che portare, per esigenze naturali di riequilibrio, ad un aumento incottrolato delle nascite e delle immigrazioni; gli esponenti delle istituzioni hanno, a parole, manifestato volontà di collaborazione e di attuazione di metodi alternativi. Ci rendiamo conto ora che si trattava di parole vuote, nella evidente speranza che con il passare del tempo tali dichiarazioni fossero dimenticate dalle migliaia di persone che si sono attivate in difesa dei daini.
Ma c'è di più: dagli agricoltori è arrivata una richiesta di risarcimento danni di quasi mezzo milione di Euro, a fronte però di danni che anno scorso si aggiravano sui 6.00 Euro. Ma la richiesta "prende in considerazione eventuali conseguenze future per il mancato abbattimento".
Senza addentrarci nelle considerazioni di natura etica e di rispetto della natura e dell'ambiente, che paiono lampanti a tutti tranne che alle istituzioni provinciali, chiediamo che chi non ha fatto quanto doveva  per contenere la situazione  con i metodi incruenti previsti e proposti sia ritenuto  inadempiente, che la Provincia, prima di scomparire, rifonda le poche migliaia di Euro di danno lamentato dagli agricoltori, e che interrompa immediatamente il progetto di abbattimento.
Nessuno tocchi i daini!
E basta prendere in giro la gente, non siete credibili e le  conseguenze  sono sotto gli occhi di tutti ; abbiamo diritto ad essere rappresentati da qualcuno che mantenga gli impegni  e lo faccia nel modo  migliore, senza considerare gli animali oggetti di cui disporre a piacimento un tot al chilo per il piacere di una minoranza in estinzione.
 
Associazione C.L.A.M.A. Ravenna Onlus
 

NOTA DELL'ASSOCIAZIONE C.L.A.MA.

sul comunicato del tavolo del canile relativo al traffico di cani

20 agosto 2014 : riguardo il comunicato apparso sul sito del Comune di Ravenna, alla voce "Comunicati", riguardo le adozioni di cani fuori dal territorio di Ravenna, la nostra Associazione desidera integrare quanto pubblicato con alcune considerazioni:

"Le preoccupazioni evidenziate nel testo sono più che legittime, purtroppo  anche nelle nostre zone i problemi ci sono e sono aumentate molto anche  le rinunce  di cani di proprietà  senza dovere cercare molto lontano, soprattutto per problemi economici ,per adozioni incaute,per mancanza di cultura animalista ecc

Ed è vero che è difficile districarsi fra le mille proposte del web e riconoscere l affidabilità di una associazione lontana dal proprio luogo di residenza e che opera in contesti completamente diversi dai nostri. Ci sono molti volontari seri anche al sud,ma naturalmente sarebbe auspicabile una conoscenza diretta per capire come effettivamente lavorano.

Un altro discorso molto importante è la graduale introduzione del cane adottato nel nuovo ambiente famigliare: quasi sempre è necessario un periodo di affiancamento ed ambientamento nella nuova casa; nei casi particolari ci avvaliamo della collaborazione di  educatori per risolvere piccoli problemi comportamentali. É chiaro che tutto ciò a distanza è difficile se non impossibile da gestire e i problemi ricadono alla fine sul cane adottato .

D' altra parte conosciamo tutti la terribile realtà  quotidiana in cui vivono loro malgrado  i cani del sud: abbandonati,non curati, non sterilizzati affamati in canili lager,o randagi in balia dell'indifferenza e crudeltà di esseri umani che di umano non hanno nulla ,vittime incolpevoli di trafficanti ed istituzioni compiacenti.

Sarebbe necessario che i Comuni virtuosi del nord impiegassero tutti i mezzi possibili per costringere il Governo a risolvere questo problema, un passo alla volta, ma decisi nel volere perseguire l'unico risultato possibile.

Le leggi ci sono,è necessario che vengano fatte rispettare e che si studino provvedimenti per rendere obbligatorie le sterilizzazioni nei canili e dei cani vaganti.

È urgente istituire un sistema di educazione cinofila, diffondere una cultura di rispetto di tutte le specie. Lo Stato deve vigilare con tutti i mezzi affinché  i fondi stanziati per le sterilizzazioni vengano impiegati veramente solo per quello e non prendano vie traverse. 

Addirittura, ma sappiamo che è impresa difficile e un compito a cui le singole.amministrazioni non sarebbero tenute, si  potrebbe ipotizzare una sorta di gemellaggi fra comuni virtuosi del nord e realtà del sud,per promuovere localmente campagne di sterilizzazione e sensibilizzazione. 

Non è con l'indifferenza e con le belle parole che si risolvono i problemi  ma facendo rispettare le leggi che già ci sono e stringere finalmente i tempi su quelle che sono ancora ferme ( ad es. quella che regolamenta le dimensioni minime dei box per i cani  dei privati) e che servono per garantire migliori condizioni e rispetto per la  vita degli animali, al nord come al sud, dove la sfrenata speculazione sulla pelle dei più deboli , se non  fermata subito da chi ne è istituzionalmente investito, continuerà a mietere vittime innocenti.
Ed è assolutamente vergognoso ed intollerabile permetterlo"

STRAGE DI DAINI.. CI RIPROVANO!!

Riceviamo e diffondiamo la lettera di protesta alle autorità

La lettera che segue è stata scritta da una volontaria, aderiamo naturalmente alla protesta ed invitiamo tutti a fare altrettanto.
Dopo due anni, ancora un attentato ai daini, che sarebbero segnalati su strade e ferovie.. non si sa da chi e come!


"Nelle vicinanze di Fosso Ghiaia (Ravenna), a ridosso della Pineta di Classe, qualche decennio fa è stato inserito accidentalmente un modesto nucleo di daini (dama dama), specie alloctona, non appartenente alla fauna italiana originaria che, se confinata o circoscritta in ambiti territoriali ristretti, genera notevoli problematiche gestionali.


Negli ultimi anni, tale nucleo ha cominciato ad accrescersi in modo esponenziale, sconfinando nell'adiacente pineta, e nella passata annualità ha iniziato ad utilizzare quale sito di alimentazione le aree agricole circostanti, in particolare raggiungendo, verso nord, i Fiumi Uniti, alle porte di Ravenna e, verso sud, il Fiume Savio, alle porte di Milano Marittima - Cervia.

Come conseguenza di tali sconfinamenti, oltre ai danni alle colture, si sono registrate alcune interruzioni alla viabilità ferroviaria, e i primi contenziosi a causa di incidenti stradali provocati da questi animali in fase di attraversamento sia della SS16 Adriatica, sia della SP 80 Via dei Lombardi, che collega la medesima SS16 ai lidi, strade di grande traffico e a scorrimento veloce.

A seguito di tali problematiche, la Provincia, dopo un accurato censimento (236 capi censiti), ha redatto un piano di prelievo sperimentale (o abbattimento selettivo) dei capi che "sconfineranno" in zona agricola, escludendo al momento le zone SIC/ZPS, per evitare il rischio che creino danni alle colture e pericolo sulle strade pubbliche. Tale piano è stato sottoposto ad ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, vigilato dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare) e all'Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità - Delta del Po, che hanno dato parere positivo con prescrizioni, prontamente recepite dalla Provincia stessa."

Così recita un articolo comparso oggi sulla stampa locale informando  che entro il 17 ottobre possono farsi avanti, per questa opera di conservazione ambientale,  i cacciatori "abilitati" alla strage.

Ecco il link dell'articolo  completo,  compresi relativi commenti per fortuna in gran parte sdegnati:

http://www.ravennanotizie.it/main/index.php?id_pag=23&id_blog_post=68702#scomm





Perchè  piuttosto non si fà chiarezza su chi abbia "inserito accidentalmente" questi animali e perchè non gli si presenta il conto invece di dare via libera alle solite stragi, con grande gioia e divertimento (guarda caso) di chi ama uccidere.

Non risulta, tra l'altro a chi frequenta la pineta,  questa presenza eccessiva di daini, nè da avvistamenti veri e propri nè dai segni che gli animali dovrebbero lasciare sul terreno.

Ricordiamo comunque alle istituzioni che si può contenere il "sovrannumero" di qualsiasi specie animale con mezzi più civili.

In altre zone si è  risolto il problema col trasferimento degli animali tramite la telenarcosi.

Nell'isola di Albarella, da febbraio 2006 e gennaio 2007  con tale sistema si è attuato  il controllo di una popolazione di daini dello stesso tipo e i risultati sono stati soddisfacenti.

Qui invece è evidente la volontà di sparare.

 

 

 

Lettera alle autorità - 29 giugno 2013

sull'investigazione di Essere Animali sullo zoo safari


Ai Gruppi Consiliari

Al Gabinetto del Sindaco

Alla Giunta del Comune di Ravenna:

 

riportiamo il link all'investigazione sullo Zoo Safari di Ravenna condotta dall'Associazione Essere Animali, in cooperazione con studiosi di fama nazionale ed internazionale quali, ma non solo, l'etologo Roberto Marchesini che nel video commenta le condizioni in cui vivono gli animali nella struttura. (www.safariravennadossier.it)

A noi è rimasto un senso di pena, e una gran rabbia,  alla visione di un luogo tanto brutto e triste, lontano anni luce dalla realtà in cui dovrebbero essere ricoverati questi esseri viventi. Perchè se può essere vero che si tratta di esemplari che non possono essere reinseriti nel loro habitat naturale, è lampante che il ricovero in un terreno brullo, senza siepi nè alberi (sennò chi li vede? come si farebbe a fotografarli?), con ripari per la stagione invernale assolutamente sottodimensionati rispetto al numero di animali è quanto di più lontano da un atto di soccorso.

Esistono rifugi e santuari ben diversi dalla realtà di Ravenna, solo a titolo di esempio vi invitiamo a visitare il sito del Rifugio del Monte Adone (http://www.centrotutelafauna.org/), dove gli animali non si trovano in mezzo al carosello delle automobili e dove, se pur non ovviamente liberi in senso assoluto, vivono in condizioni per quanto più possibili vicine a quelle naturali. Perchè qui sì, lo scopo è quello di tutelare e soccorrere gli animali.

Vi invitiamo a visionare attentamente il video del dossier , soprattutto al punto per noi emblematico in cui l'addestratore di rapaci, davanti ad un gruppo di bambini, si riempie la bocca di paroloni come "RISPETTO", con un povero animale legato al braccio che tenta inutilmente di scappare e rimane più volte penzoloni a testa in giù.

Ecco, pensate a questa immagine quando si proclama il "valore scientifico" e lo "scopo educativo" della struttura. Non bastano parole vuote di significato per rendere accettabile una realtà nata solo per scopi commerciali.

Alla luce di quanto esposto, invitiamo calorosamente l'amministrazione comunale a prendere le distanze da questo tipo di attività, evitando di patrocinare iniziative legate allo sfruttamento degli animali per puro vantaggio economico.

Invitiamo altresì a riflettere sul fatto che la tanto declamata "conservazione della specie" si risolve nell'accoglienza ed esposizione di animali nati in cattività, in questa struttura o in quella di Fasano che fa sempre capo alla medesima società, o nei circhi; si tratta di animali che non potranno mai essere inseriti in natura e che, in un infinito circolo vizioso, necessiteranno di sempre maggiori strutture per il ricovero. 

 

Associazione C.L.A.MA. Ravenna

 

Caccia alle nutrie nel Comune di Cesenatico

Comunicato dell'Associazione ad istituzioni e giornali - 31 maggio 2013

Apprendiamo dalla stampa che il Comune di Cesenatico ha deciso di attuare il prossimo 4 giugno la "caccia alla nutria" presso il Parco Urbano di Levante, accodandosi ad altri Comuni che hanno annunciato tale pratica, salvo poi sospenderla in alcuni casi in seguito alle manifestazioni di dissenso di Associazioni e cittadini e ad ordinanze del Tar.

Riteniamo che una istituzione pubblica non debba e non possa promuovere tali atti violenti ed incivili a danno di esseri senzienti, tra l'altro socievoli, timidi ed innocui.

Tanto più quando ci si trincera dietro presunte difese dell'equilibrio ambientale.

Le nutrie furono importate dall'uomo dal Sudamerica per farne
pellicce, ma ci si accorse ben presto che  il business non rendeva abbastanza e gli allevatori liberarono le bestiole nelle campagne sperando che gli inverni rigidi le facessero scomparire. Queste invece si adattarono all'ambiente, anche grazie alla decimazione di quelle che potevano essere i loro "antagonisti" naturali, le volpi, che avrebbero potuto controllarne il numero, come avviene in natura se questa è libera di svolgere il proprio corso, ma che furono decimate dalle doppiette dei cacciatori insieme a tante altre specie. 

Ed ora si parla di equilibrio ambientale e di difesa del territorio!

La nutria appartiene alla famiglia dei castori, è un animale
socievole ed innocuo (non ha né artigli, né denti appuntiti), per nulla
aggressivo: non attacca altri animali perché si nutre di vegetali o al massimo di piccoli insetti, non trapassa gli argini, ma scava piccole nicchie da utilizzare come rifugio.

Ciò che danneggia gli argini è l'incuria e la cattiva gestione del territorio operata dagli uomini, ma dare la colpa a chi non ha voce per difendersi è certo facile.

Condanniamo fermamente questa iniziativa ed invitiamo le autorità preposte ad adottare altri metodi, se davvero ce ne fosse la necessità, come la sterilizzazione la sterilizzazione dei soggetti, già avviata dal dottor Samuele Venturini, biologo, presso il comune di Buccinasco su una piccola parte di nutrie, con buoni risultati.
Ci auguriamo che il Comune di Cesenatico non rimanga sordo alle proteste di tanti cittadini e riconsideri questa iniziativa, dando prova così di civiltà e di rispetto.

Associazione animalista C.L.A.M.A. Ravenna Onlus

 

Lettea del prof. Andrea Mazzavillani agli Isittuti scolastici

21 maggio 2013

L’Associazione animalista C.L.A.M.A. Ravenna Onlus riceve e volentieri divulga la lettera del Prof. Andrea Mazzavillani relativa ad importanti tematiche di tutela animale, strettamente correlate all’educazione dei ragazzi e all’impostazione di un corretto rapporto con il mondo che ci circonda.

Ricordiamo ai dirigenti scolastici che è possibile ottenere materiale informativo gratuito scrivendo all’indirizzo che appare nel link:

http://www.agireoraedizioni.org/catalogo/opuscoli-materiali/opuscoli/circhi-e-zoo/zoo-acquari-circhi-animali-bambini/

ed invitiamo insegnanti ed animatori ad organizzare attività di questo tipo:

http://www.agireora.org/info/news_dett.php?id=1377

 

Confidando che la lettera venga recepita e che si rifletta seriamente sul contenuto della nostra richiesta, porgiamo

 

Distinti Saluti

Associazione C.LA.M.A.

(www.assclama.org)

 

LETTERA DEL PROF. ANDREA MAZZAVILLANI

AGLI ISTITUTI SCOLASTICI

 

 

All'attenzione del Dirigente Scolastico
          del Consiglio d'Istituto
          del Collegio Docenti
    
    
     
    
     Alla luce dei cambiamenti che si stanno avendo nella nostra società sempre
    più disposta a praticare scelte sulla tutela degli animali, vi invitiamo a
    promuovere nel vostro Istituto attività educative finalizzate a  sensibilizzare
    i giovani al rispetto dei diritti di tutti gli esseri viventi secondo un
    percorso trasversale pluridisciplinare.
    
     Invitiamo i docenti ad inserire nelle loro programmazioni annuale
    attività didattiche  volte a  far conoscere gli animali nei loro habitat
    naturali,  allo scopo di diffondere nelle nuove generazioni una conoscenza
    appropriata del mondo animale; a realizzare progetti educativi che permettano ai
    giovani di riflettere sul loro rapporto con gli animali e che aiutino a
    riconoscere e prevenire l'abuso e lo sfruttamento degli animali, che
    favoriscano il rapporto con gli animali e la natura, che sviluppino una cultura
    dell'impegno concreto per il rispetto dei diritti di tutti gli esseri viventi,
    favorendo l'assunzione di atteggiamenti e comportamenti personali adeguati.
    
     Perciò chiediamo ai  docenti di non svolgere attività didattiche in zoo,
    circhi, e delfinari per le conseguenze che la frequenza di questi luoghi ha sul
    piano formativo e psicologico degli alunni, infatti tali contesti sono veicolo
    di un' educazione al non rispetto per gli esseri viventi dato che gli animali
    sono privati della loro libertà, sono mantenuti in contesti non naturali e  in
    condizioni irrispettose dei loro bisogni, sono costretti a comportamenti
    innaturali.
    
     Confidando nella sensibilità morale che contraddistingue la vostra attività  di
    educatori  e formatori vi chiediamo di accogliere la nostro richiesta.
   

Distinti Saluti

Prof. Andrea Mazzavillani


 

PET TEHRAPY ALLO ZOO??

Comunicato dell'Associazione C.L.A.M.A. - 16 maggio 2013

Negli ultimi mesi si è assistito, nella provincia di Ravenna e in tutta la  Regione, ad un improvviso risvegliarsi di interesse per la pet therapy,  una co-terapia praticata con gli animali che dovrebbe integrare con  le tradizionali terapie mediche.

Impiegando cavalli, asini, coniglietti, cani, gatti, delfini rinchiusi in delfinari (e persino tartarughe !) questa co-terapia viene utilizzata per le più svariate malattie di bambini e adulti, come iperattività, autismo, disturbi comportamentali, difficoltà di relazione ed altro; praticamente viene presentata come la panacea per tutti i mali. 

Nella maggior parte dei casi si presenta una visione disneyana di tale pratica, con descrizioni di cani, gatti e coniglietti felici che si prestano di buona grazia alle carezze di bambini ed anziani.
Studi seri in proposito sostengono invece  l’esatto contrario: l’utilizzo di animali forzati  alla pazienza ed alla sopportazione con severi addestramenti che snaturano completamente la loro indole naturale,  può sortire addirittura effetti negativi anche per gli utenti umani.


Pensiamo che si tratti dell’ennesimo tentativo di fare impresa commerciale mascherata da attività scientifico-benefica,  sulla pelle di chi non può opporsi: gli animali.


Sollecitate dagli interessi delle  nascenti aziende del settore , le istituzioni (la Regione ed i Comuni) si apprestano a legiferare senza considerare minimamente il benessere ed il rispetto per gli animali.


A conferma di ciò, a Ravenna qualche tempo fa è stata presentata una petizione mirata ad ottenere agevolazioni e  corsie preferenziali  per l’apertura di nuovi allevamenti e centri addestramento per animali cosiddetti ”da pet therapy. Incredibilmente, la facilitazione per l’apertura di nuovi allevamenti è proprio il punto centrale di tale  petizione. Questo dovrebbe far riflettere.

 

Ed ora  sempre a Ravenna  avviene un fatto quanto meno singolare. Infatti il direttore dello zoo "Le Dune del Delta", struttura costruita nonostante l'opposizione della stragrande maggioranza della popolazione, nonostante le innumerevoli proteste locali e nazionali e nonostante un ricorso al TAR, ha organizzato un convegno di due giorni, in data 24 e 25 maggio, dal titolo "La Pet Therapy, creare legami fra uomo e animale:  come affrontare le difficoltà in età evolutiva".

Con questo convegno patrocinato dal Comune,  in cui saranno relatori numerosi “esperti” del settore, oltre a rappresentanti della locale amministrazione, lo zoo  "vuole proporsi come centro di Pet Therapy per essere di sostegno, attraverso il rapporto con gli animali, ai bambini con problematiche  di apprendimento. Vuole supportare con progetti didattici/laboratori i percorsi delle scuole e le iniziative rivolte a categorie "speciali" con problematiche anche specifiche per singoli bambini."

 

A nostro parere un luogo di prigionia, dove animali esotici sono costretti a vivere in condizioni ambientali e climatiche opposte a quelle del loro habitat naturale, non può in alcun modo essere la cornice ideale per svolgere attività didattiche e tantomeno terapeutiche.

In base ai concetti sopra esposti questa iniziativa non ci sembra altro che un tentativo di incrementare le entrate con attività che non potranno che sortire effetti opposti a quelli che vengono pubblicizzati. 

Come Associazione animalista ci opponiamo con forza all’ennesimo tentativo di sfruttare gli animali.

Allo stesso tempo conosciamo bene anche le condizioni di disagio che vivono anziani e persone affette da disabilità di vario genere. Per questo motivo riteniamo che le uniche forme di pet therapy accettabili e davvero efficaci siano:

 

- L' “adozione guidata”

ovvero l’inserimento di un animale d’affezione all’interno di una famiglia con utente in difficoltà.

In questo  caso, il terapeuta sarebbe prezioso per insegnare ai famigliari come  rapportarsi al meglio con l’animale, che diverrebbe a tutti gli effetti parte della famiglia e potrebbe sì, in questo caso, apportare benefici indubbi dal punto di vista fisico e psicologico. Il terapeuta saprebbe certo indicare quale tipo di animale potrebbe essere il più indicato per il  paziente, senza doverlo acquistare in allevamento ma rivolgendosi al canile o gattile di zona. In questo modo,  si otterrebbe il doppio beneficio di aiutare una famiglia e di far adottare un animale costretto in un box. Il tutto naturalmente svolto con la  massima professionalità ,  con l’ausilio di personale   qualificato.

 

- La facilitazione alla presenza in case famiglia e ricoveri per anziani di animali di proprietà dei degenti.

La presenza di animali in ricoveri e case famiglie è un tasto dolente, perché assistiamo troppo spesso all’entrata di animali in canile o gattile al momento del ricovero dell’anziano in casa di riposo; ed ogni volta immaginiamo anche lo strazio del proprietario, oltre ad assistere allo smarrimento ed alla desolazione dell’animale catapultato improvvisamente in una gabbia. Riteniamo che sia doveroso lavorare perché nella maggior parte delle case famiglie e ricoveri si agevoli la presenza fissa degli animali d’affezione.

 

Per questi motivi abbiamo presentato recentemente in Regione  la petizione “Sì alla pet therapy come adozione, no alla pet therapy come sfruttamento”; tale petizione è sostenuta anche dalle Associazioni Animal Fredoom Onlus, Essere Animali ed Oipa Ferrara e si prefigge lo scopo importante di arginare gli interessi commerciali ed economici che gravitano attorno alla questione e di tutelare il benessere di umani e animali.

 

ATTENZIONE AI VOTRI ANIMALI !

2 maggio 2013

 

Riceviamo sempre più spesso segnalazioni di furti di animali d'affezione, cani gatti e anche cavalli; per quanto riguarda i cani, il furto è vecchia ed ignobile usanza perpetrata anche da associazioni malavitose che organizzano combattimenti fra cani. Oggetto di furto sono cani di grossa taglia, ma anche cani piccoli che vengono usati come fantocci per puro allenamento.

Non inventiamo nulla, le notizie girano e la realtà supera ogni più macabra fantasia.

 Per questo è indispensabile che le autorità competenti si adoperino in tutti i modi per  organizzare  controlli severi ed indagini di polizia per smascherare e punire chi commette tali abominevoli reati.

Anche lo smarrimento di gatti, persino di quelli  abituati a rientrare in casa regolarmente ogni sera, ha ultimamente assunto proporzioni considerevoli, e possiamo ipotizzare le peggiori ipotesi,  a parte i possibili  incidenti stradali ,  e cioè che possano essere usati per  alimentazione, ristorazione, pellicce, ecc...

Ribadiamo pertanto   la richiesta di controlli ed indagini, e non ci resta nel frattempo che invitare i proprietari di animali d'affezione a non lasciare i loro cani e gatti incustoditi all'aperto per lungo tempo, soprattutto la notte, e neppure in auto o fuori dai negozi e a segnalare  con tempestività comportamenti o atti sospetti.

 

 

A PROPOSITO DI PET THERAPY

Lettera dell'Associazione all'Assessore. 26 marzo 2013

Gent.ma assessore Piaia,

abbiamo letto della decisione del Comune di Ravenna di farsi promotore di una Legge Regionale sulla pet therapy.

Riteniamo doverose alcune puntualizzazioni:

innanzitutto, la pet therapy non costituisce una terapia alternativa, ma una co-terapia, ovvero una terapia che può essere posta a sostegno di altre pratiche . Già questo ci dà purtroppo l'idea della leggerezza e mancanza di preparazione con cui tante volte ci si avvicina a temi che coinvolgono il benessere di animali ed umani;

Ricordiamo che esistono mille altre attività che possono migliorare le condizioni di vita di disabili e anziani, senza dover per forza considerare la pet therapy come un toccasana universale;

Ribadiamo con forza che per gli animali la pet therapy costituisce una fonte di stress psicologico e fisico enorme, e che nei migliori dei casi al massimo non apporta loro alcun beneficio, quindi inserire l'incentivazione della pet therapy fra i punti del Regolamento del benessere animale è quantomeno fuori luogo;

Non c'è traccia nella comunicazione ai giornali di accenno a regole nell'applicazione della pet therapy (che per noi dovrebbe essere limitatissima). Esistono regole molto precise e severe al riguardo, e sarebbe essenziale che fossero poste nel regolamento, e si adottassero  strumenti efficaci per  farle rispettare (con la situazione attuale ci permettiamo di avere dubbi in proposito, visto la difficoltà  che incontriamo  sia nel denunciare situazioni di  palese maltrattamento animale sia di avere riscontri oggettivi);

Inoltre, nessun accenno al destino degli animali "usati" per la pet therapia: che destino avranno a fine carriera? Ricordiamo che nella petizione Ancisi si chiede fra  le altre cose la possibilità di aiuto per la sistemazione dei cani una volta terminato il percorso lavorativo, il che apre uno scenario di sfruttamento e abbandono, come se già non ci fossero abbastanza cani in  rinuncia!

Chiediamo con forza che ci si interroghi sui motivi dell'improvviso interesse per la  pet tehrapy: come avrete notato, la petizione di Ancisi era mirata allo sveltimento e facilitazione del rilascio delle  autorizzazioni  per allevamenti di animali da utilizzare per la pet therapy. Già esistono sin troppi allevamenti, molti dei quali con animali in pessime condizioni, e a maggior ragione si dovrebbero rendere le pratiche più severe e minuziose, non certo più semplici!! Non è possibile che tanta passione nasconda qualche interesse economico? Avete controllato il curriculum dei firmatari? Si tratta di terapeuti , persone impegnate nel sociale, volontari animalisti, o altro?

Rifiutiamo qualsiasi accusa di  disinteresse per la sorte di umani in difficoltà, in quanto molte nostre volontarie sono impegnate sia nel campo animale che in quello umano, e conosciamo bene i problemi di entrambi ;

proprio a tale scopo, ci chiediamo perchè non si parli dell'unico argomento sensato nel campo della pet therapy: adozioni guidate e presenza di animali da compagnia in ricoveri e case famiglia. L'unico vero successo delle applicazioni della pet therapy si consegue nelle "adozioni guidate", cioè quando un terapeuta aiuta ad inserire un animale all'interno del contesto familiare con utente "problematico", scegliendo  l'animale più indicato e stando al fianco della famiglia per il periodo necessario  a trasmettere le regole base di convivenza. Per questo non sono necessari cani di particolare razza, e ancor meno nuovi allevamenti.  Ci imbattiamo ogni giorno nel dramma di anziani costretti a lasciare il loro animale quando entrano in ricovero; ultimanente solo un nostro intervento è riuscito a risolvere la situazione di una paziente fortemente depressa, ricoverata in casa famiglia, a cui inizialmente era stata negata la preziosa compagnia della cagnolina.

Ecco, di questo ci piacerebbe sentir parlare quando si parla di pet therapy, ma sono argomenti che ai promotori dell'iniziativa non paiono interessare per nulla. Vorremmo sbagliarci, ma non sarà perchè tali inizaitve apportano di certo benefici ad umani ed animali, ma nessun vantaggio agli allevatori?

Associazione Animalista C.LA.M.A Ravenna

Una volontaria scrive sulla petizione per la pet therapy

gennaio 2013

Leggi l'articolo su. http://www.ravenna24ore.it/news/ravenna/0031962-petizione-sostenere-pet-therapy-lista-ravenna

Buongiorno,

pur comprendendo i motivi che hanno spinto alla cerazione di questa petizione, certamente degni di attenzione, ricordo alcuni punti essenziali:

In Italia, solo in rarissimi casi la Pet Therapy è applicata con vero rispetto delle condizioni etologiche dell'animale, e questo non per sentito dire, ma anche a detta di pet therapisti stessi. Esistono alcune regole fondamentali che molto spesso vengono trasgredite, ad esempio il cane non deve mai e poi mai rimanere incustodito con il co-terapeuta, le sedute devono durare al massimo 10 minuti, un terapista non deve MAI affrontare più sedute dopo l'altra. I cani DEVONO essere di proprietà del terapista, e trovarsi sempre a loro agio. Le tecniche devono essere DOLCI, e questo molto spesso non viene rispettato.

Inoltre, come viene ricordato sopra, esiste la possibilità che il cane alla fine del percorso non possa più essere tenuto in famiglia, quindi sarebbe necessario trovargli una nuova casa. Ricordiamo che siamo subissate, come associazione, di richieste di sistemazione di cani di proprietà, non credo sia il caso aggiungere cani terapisti "a fine carriera".

Inoltre, si parla di allevamenti: non ritenete che esistano già tantissimi cani che potrebbero essere eventualmente utilizzati per la pet-therapy (ove necessario, e sempre nel rispetto delle regole di cui sopra, e di molte altre)? Le condizioni degli animali negli allevamenti sono spessissimo disastrose, per non dire peggio.

Quindi, invece che richiedere un percorso facilitato per il rilascio di autorizzazioni, richiederei controlli ancora più minuziosi sotto la supervisione di pet therapisti seri e di associazioni animaliste, prima di rilasciare a privati la licenza per tali attività.

P.S.: prima che si scateni il coro di "ecco un'altra che si preoccupa solo di cani!! e i bambini??", preciso che oltre ad essere volontaria di un'associaione animalista opero, sempre come volontaria, nel campo della disabilità fisica e psichica, e vi assicuro che sono tantissime le cose che si possono fare in questo campo e di cui c'è grandissima necessità di personale e fondi, senza pensare che la pet therapy sia l'unica soluzione. Spessimo le persone disagiate hanno estremamente bisogno di compagnia umana, di attività di svago certo coordinate da personale esperto.

Solo in un caso ho assistito ad un successo nel campo della pet therapy, ma si trattava di una cagnolina meticcia a cui erano state insegnate alcune basilari e semplici regole (abbaiare quando il ragazzo non poteva alzarsi, aiutarlo a prendere le cose, saltargli in braccio in un certo modo, ecc..), il cane era diventato della famiglia e quindi si era trattata di una vera e propria adozione. E non era nata in un allevamento apposito!!

 

Cristina Franzoni volontaria Associazione C.L.A.M.A. Ravenna

Lettera inviata alla Provincia sull'Oasi di Pietramora

17 dicembre 2012

Leggiamo in questi giorni che "Il Tavolo Verde di Ravnna esprime soddisfazione per la modifica del vincolo faunistico dell'Oasi di Pietramora-Torre di Ceparano che consentrirà il prelievo di cinghiali e caprioli, salvaguardano conseguntemente le produzioni agrcole della zona".

Che almeno si abbia il coraggio di chiamare le cose con il loro nome: il prelievo di cinghiali e caprioli non significa che questi verranno spostati verso aree di scarsa densità, ma abbattuti. Una cosa è leggere che alcuni animali saranno prelevati, un'altra che si è dato il consenso ad uccidere "Bambi" all'interno di un'oasi, protetta davincoli faunistici.
Ancora una dimostrazione di quanto molti esseri umani si ritengano completamente padroni del territorio e dell'ambiente: ricordiamo che il cinghiale a partire dal 1500 si estinse in Friuli, Trentino e Romagna, a causa della pesecuzione diretta cui venne sottoposto. Per "rimediare", a partire dalla fine degli anni '50 crebbe la pratica di introduzione di capi provenienti dallestero, che tra l'altro distrussero quasi del tutto la fauna autoctona.
Ora ci si accrge che cinghiali e caprioli (che hanno visto abbattere i loro predatori naturali) sono in soprannumero e si decide i "prelevarli".
Chiediamo innanzitutto che venga quantificato il presunto danno all'agricoltura, con stime attendibili e certificate (non ne abbiamo trovato tracca); chiediamo inoltre che ci venga fornita documentazione dei pesunti mtodi peventivi ecologicii adottati precedentemente, che pare non abbiano avuto successo. In che modo sono stati attuati? Con l'ausilio di quali esperti? Si è mai costituito un tavolo programmatico per questo, con un piano scientifico ed un serio contollo dei risultati?
Temiamo che il punto sia il solito: favorire la CACCIA, che fra tessere e permessi porta soldini nelle casse comunali e provinciali, mentre i piai di salvaguardia di animali ed ambiente richiedono una politica lungimirante, con un investimento iniziale che potrebbe però portare introiti a lungo termine nel campo del turismo cologici, dlla green economy, ecc..

Associazione C.LA.M.A. Ravenna

INNO ALLA RENNA

chiediamo il rispetto di TUTTI gli esseri viventi!!

Sempre più spesso ci imbattiamo in persone e fatti che mettono a durissima prova la nostra capacità di compredere un certo genere "umano" che trova sempre nuove, e peggiori, iniziative per sfruttare a fini personali ed economici, maltrattare e uccidere animali domestici e selvatici in nome di non si sa quale desiderio di rivalse e onnipotenza.
La miseria e la pochezza di tali personaggi non è disgiunta dall'enorme vigliaccheria che serve per compiere le azioni riprovevoli di cui si vantano, che nulla hanno a che fare con lo sport o il divertimento.
Sono semplicemente "omicidi". E della peggior specie.
Come chi li compie.
DENUNCIARE LE AZIONI E I COMPORTAMENTI CHE ARRECANO SOFFERENZA, UMILIAZIONE MALTRATTAMENTO ANCHE FINO ALLA MORTE AD ANIMALI DI QUALSIASI SPECIE DEVE RIENTRARE NEI DIRITTI/DOVERI CIVICI DI OGNI CITTADINO CHE ABBIA RISPETTO DI SE STESSO E DEGLI ESSERI VIVENTI CHE LO CIRCONDANO.

INNO ALLA RENNA
Io sono una renna. Sì, sì, proprio una di quelle che a Natale i bambini cercano con gli occhi in su, verso il cileo stellato, sperando di avvistarle in compagnia di Babbo Natale carico di doni.
Anche a noi, dal cielo, arrivano sorprese, sempre più spesso, ma si tratta di cattive sorprese, rumore di pale volanti, le chiamano elicotteri, poi grida, paura, spari, tanti spari. E morte.
La morte, per noi animali ospiti di una terra tanto bella quanto selvaggia, rientra nel grande ciclo della natura, e normalmente ci sottomettiamo ad essa, quando stanchi e deboli arriviamo alla fine del nostro ciclo vitale.
Ma ora accade qualcosa di spaventoso e di incomprensibile: uomini armati, dai luoghi più lontani, arrivano sempre più numerosi, per fuggire da chissà cosa, per dimostrare chissà che cosa. Arrivano in questi luoghi magici e incantati e trascorrono una settimana a sterminare quante più di noi riescono. So che si mettono in posa e si fotografano a vicenda davanti ai nostri fratelli e alle nostre sorelle trucidati.
Mi chiedo sempre se questi "umani" hanno una famiglia, una compagna: è lei che cucinerà le nostre carni? Oppure siamo state uccise solo per divertimento? Neppure le donne si impietosiscono al pensiero di quello che eravamo, fiere, libere, ridotte a carne da macello per lo svago di uomini danarosi?
Ma soprattutto, che cosa racconteranno ai loro bambini? Ora che si avvicina il Natale, quali favole inventeranno per loro, senza renne a trascinare allegre il carro festoso di Babbo Natale... Chissà se avranno mai il coraggio di confessare che le renne, loro, le hanno uccise.

BELL'ESEMPIO!

Ravenna 24 novembre 2012

Federfauna isituisce il premio Hiteler a gli animalisti

replica di C. Franzoni

LA POSTA DEI LETTORI / Federfauna intitola un premio a Hitler

martedì 20 novembre 2012

L'istituzione di un premio intitolato ad Hitler alle personalità che più si sono distinte nell'ambito dell'animalismo è l'ultima chicca propintataci da Federfauna (Confederazione Sindacale che riunisce Associazioni di Allevatori, Commercianti e Detentori a vario titolo di Animali, ndr).


In una nota, ci spiegano che si tratta di un'iniziativa ironica con la quale "fare cultura", il che può dare un'idea del senso dell'umorismo e del concetto di cultura degli aderenti all'associazione.

Tale iniziativa pare motivata dal fatto che Hitler, secondo alcune fonti, risulterebbe vegetariano ed avesse un cane (che amava tanto da far uccidere con un'iniezione alla vigilia della sua disfatta); posto che le notizie sul vegetarismo di Hitler sono quantomeno controverse, e che alcune fonti sostengono che le motivazioni fossero meramente salutistiche, ci chiediamo: e quindi? Hitler amava pure le automobili, e il cinema...

Il conferimento di un premio a nome di uno dei più sanguinari dittatori della storia non ci fa sorridere: rende solo l'idea della pochezza di un'associazione che non trova di meglio da fare che sbeffeggiare chi si prodiga, quasi sempre con enormi sacrifici personali, per la protezione degli esseri più reietti della società: gli animali. Abbandonati, torturati, stipati in macelli, terrorizzati, esibiti come patetiche ombre per il divertimento di pochi.

Chi si occupa seriamente di diritti degli animali li ritiene strettamente connessi a quelli degli esseri umani, entrambi degni di assoluta tutela; la cura degli animali non è "un vezzo", ma un imperativo al quale non possiamo sottrarci. Molti dei volontari iscritti ad associazioni animaliste ed antispeciste si occupano spesso anche di disabili, malati ed anziani, intimamente convinti che nessuna discriminazione a danno dei più deboli sia in alcun modo tollerabile. Si informino i signori di Federfauna, prima di attivare tali simpatiche "provocazioni". Che oltre a ferire le migliaia di animalisti (ma ci siamo abituati!), sono irrispettose della memoria di chi ha sofferto, lottato e perso la vita in quegli anni terribili.

E nel contempo, riflettano su quale premio destinare a se stessi, difensori di uno "sport" in cui si spara ad animali indifesi per diletto, e che conta decine di morti fra gli esseri umani ogni anno, bambini compresi.

Cristina Fanzoni - Ravenna

Leggi anche, dal sito di Federfauna: ''Premio Hitler'' per animalisti, il 24 a Bologna la conferenza stampa di presentazione
(dal sito di Ravenna Notizie)

Segnalazione su allevamenti di cani di razza

Riceviamo sempre più spesso segnalazioni di cuccioli acquistati da allevatori irresponsabili e scorretti, che consapevolmente nascondono agli acquirenti gravi patologie spesso ereditarie.
Ovviamente, invitiamo ad adottare cani e gatti in canili e rifugi (che tra l'altro ospitano pure animali di razza!!), ma visto che attualmente è possibile rivolgersi anche ad allevatori, che almeno questi rispettino il Codice E.N.C.I.


"Una storia felice e poi triste, poi piena di rabbia"
Ho sempre avuto cani, fin da piccolo.
Nel 2003, dopo la morte di un carissimo quanto intelligente meticcio bianco, donatomi dal canile di Lugo, desideravo nuovamente un cane.
Volevo una compagna o un compagno allegro, senza reazioni impulsive, non troppo piccolo da risultare fragile, che potesse stare in appartamento.
Con quest'idea, conobbi casualmente il cocker di un amico: vispo, compatto ed armonioso, con queste lunghissime orecchie. Mi piacque subito. Lo incontrai più volte e pian piano l'idole gioiosa, l'atteggiamento affettuoso, il movimento quasi perenne della coda, mi affascinarono: mi ritrovavo a pensarlo spesso, ed iniziai per questo a consultare Internet, cercando di raccogliere maggiori informazioni su questa razza.
Poi, successivamente, mi informai per trovare un allevamento di cocker spaniel in provincia di Ravenna ed incontrai la titolare, che mi presentò una cucciolina bianca e nera, grassoccia, che pur instabile sulle gambe, aveva l'energia per passare da una ciotola all'altra e rubare il mangime ai suoi fratelli. Questa pallina di pelo mi faceva sorridere, mi risultò simpatica, buffa per questa macchia strana che aveva sulla coda.
Chiesi informazioni alla Signora dell'allevamento e,soprattutto, cercai rassicurazione intorno alla salute dei genitori e del cucciolo, che sarebbe stato disponibile entro quaranta giorni.
La titolare dell'allevamento mi offrì tutte le rassicurazioni possibili, supportata dal marito, particolarmente loquace che, pieno di sè, si prodigò con veemenza per fugare ogni dubbio possibile.
Così, nel giro di poche settimane, portai a casa Camilla, la mia cockerina, ladra di mangime.
Tralascio questi sette anni vissuti insieme, perchè dovrei scrivere pagine, ma posso sintetizzare scrivendo che Camilla non si è mai smentita: giocosa, allegra, obbediente, meritevole di tutto l'amore possibie.
Circa un mese fa, l'ho vista incerta, non camminava più col passo sicuro, spedito e slanciato che le era solito. L'ho controllata più volte e questo comportamento si confermava sempre più, manifestandosi soprattutto nella penombra, quando Camilla camminava al tramonto o di sera. Pur pensando di essere eccessivamente scrupoloso, mi sono rivolto al veterinario, che le ha diagnosticato un'atrofia progressiva della retina, cioè una malattia genetica trasmessa dai gentori che, nel breve, porterà Camilla alla cecità.
Non ci volevo credere.
Non potevo accettare che la mia cagnolina dovesse vivere nel buoi per tutti gli anni che le restano, ma purtroppo sarà così.
Uno specialista della Clinica Miller di Reggio Emilia ha confermato in quest giorni la diagnosi.
E non c'è trattamento conosciuto che rallenti o inverta la progressiva perdita della vista.
Ho chiamato Rita, un'amica che dal medesimo allevatore aveva ricevuto Rocky, un cocker bianco e nero carinissimo, per chiderle del suo cane.
Anche Rocky è ormai cieco.
Così mi sono deciso a scrivere questo testo ed inviarlo, per rendere pubblico l'atteggiamento dell'allevatore e condividere alcune domande:
visto che si tratta di una malattia ereditaria, perchè questi allevatori continuano ad avere la libertà di riprodurre consapevolmente infelicità, incuranti oltretutto del codice E.N.C. che obbliga gli iscritti al Registro degli allvatori di riprodurre cani sani, cioè privi di malattie manifeste o portatori di patologie ereditarie rilevate?
Perchè questi allevatori considerano gli animali al pari di oggetti, commercializzati esclusivamente per profitto, senza avere alcuna sensibilità ed esternando falsi atteggiamenti amorosi, inscenati alla presenza dei compratori solo per condizionare la vendita?
Qual è la differenza fra loro e le persone che operano un maltrattamento di animali, se per maltrattamento si intende un atto di crudeltà?
Paolo Zalambani

LETTERA AL SINDACO

sull'utilizzo degli animali nei circhi

Egregio Sindaco del Comune di Ravenna
e p.c.
Gruppi Consiliari

Vi scriviamo dopo l'assurdo e doloroso episodio della giraffa fuggita dal circo Royal di Imola, e poi deceduta.
Sono state pubblicate foto e notizie, e il tema del circo con animali ha riacceso il dibattito.La nostra Associazione, e fortunatamente con noi moltissimi cittadine e cittadini, ritiene vergognoso, crudele ed anacronistico l'utilizzo di animali nei circhi. Esseri viventi privati della libertà o nati in cattività, costretti a vivere rinchiusi in gabbie o recinti da cui escono solo per l'addestramento e l'esibizione. Le pratiche di addestramento si sono rivelate dolorose e coercitive, ed assolutamente non rispettose dell'etologia animale.
La visione di animali così imprigionati, privati della libertà e della dignità, quale spettacolo potrà mai offrire? Quale messaggio potrà mai arrivare agli spettatori, se non quello della sopraffazione di una specie sull'altra, della crudeltà gratuita?
Poichè ogni Comune ha la possibilità di emettere un'ordinanza che ponga severe restrizioni all'utilizzo di animali negli spettacoli circensi, chiediamo all'Amministrazione di decidere al più presto in merito, con un provvedimento urgente ed una pubblica dichiarazione contro lo sfruttamento di animali nei circhi.
Esistono molti spettacoli circensi che non utilizzano animali ed offorno allo spettatore la magia del circo, senza la crudeltà.
Quella che chiediamo è una presa di posizione decisa, per rispetto ad altre specie viventi e per rispetto della maggior parte dei cittadini che hanno fortunatamente sviluppato una coscienza animalista ed ambientalista e che sono sempre meno disponibili a tollerare comportamenti contrari a qualsiasi etica (vedi anche zoo della Standiana).

Cordiali Saluti
Associazione C.L.A.M.A. Ravenna Onlus

L'associazione C.L.A.M.A. VI INVITA A FIRMARE CONTRO LA VIVISEZIONE!

domenica 12 agosto dalle 10 alle 18 al Bagno Ettore a Punta Marina

DOMENICA  12 AGOSTO  le volontarie dell’associazione animalista C.L.A.M.A. Ravenna Onlus saranno presenti al Bagno Ettore, nr 44 a Punta Marina, per l’avvio della raccolta delle firme a sostegno dell’iniziativa popolare Stop Vivisection.

Con tale iniziativa, promossa fra gli altri anche da biologi, zoologi, fisici, docenti e ricercatori, ci si propone di raccogliere fra tutti almeno un milione di firme che saranno depositate presso il Registro della Commissione Europea, al fine di richiedere l’abrogazione della direttiva 2010/6 /3 UE, che invece di avviare un percorso di abolizione di sperimentazione su animali, ne ha notevolmente peggiorato le condizioni. Ricordiamo, solo a parzialissimo esempio, che la nuova direttiva permetterebbe di: sperimentare sulla base di procedure amministrative semplificate  anziché allinterno di  un quadro di autorizzazioni , di utilizzare negli esperimenti cani e gatti randagi ,di riutilizzare più volte lo  stesso animale anche se ha già subito una procedura che comporta intenso dolore, angoscia o sofferenza equivalente , di utilizzare i primati sia nella ricerca di base (che non ha finalità medico-terapeutiche) sia "allo scopo di evitare, prevenire, diagnosticare o curare affezioni umane debilitanti" (quindi, anche un'influenza !),di utilizzare (in casi eccezionali) scimmie antropomorfe, di somministrare scosse elettriche fino a indurre l'impotenza, di tenere in isolamento totale per lunghi periodi animali socievoli come i cani e le scimmie, di costringere gli animali al nuoto forzato fino alla morte. Procedure inutilmente crudeli ed eticamente inaccettabili.

Senza considerare che giungono sempre più appelli dal mondo della scienza,  che afferma che il “modello animale”, non predittivo per l’uomo, è privo di valore scientifico, tanto è vero che non esiste prova statistica che ne dimostri l’efficienza e l’affidabilità.

Esistono risposte ben più affidabili, ed anche economiche, forniteci dalle nuove tecnologie (simulazione metabolica, banche di tessuto umano, colture cellulari senza siero animale, metodi in vitro). Tecnologie sicure per l’uomo e non crudeli.

Invitiamo quindi tutti coloro che hanno a cuore la vita e la dignità degli animali, e la salute degli umani, a raggiungerci DOMENICA  12  AGOSTO  dalle ore 10 alle ore 18 , per partecipare ad un grande progetto con una semplice firma.

 

VI ASPETTIAMO!!!!

LE NOSTRE CENE BENEFIT IN FAVORE DEGLI ANIMALI

UN SUCCESSO CRUELTY FREE!!

Largo favore e gradimento hanno avuto le due serate del 26 maggio alla Casa delle Meridiane e del 29 giugno presso il Bagno Ettore a Punta Marina, con menu vegano e vegetariano. Ringraziamo di cuore chi si è adoperato per la buona riuscita delle serate, da chi ci ha ospitato gentilmente nelle strutture, ai fornitori, alle cuoche, la bravissima Alice Savorelli e le ottime cuoche del Bagno Ettore!

I fondi raccolti durante le iniziative sono tutti per loro, i nostri amici animali: i gatti delle colonie feline, che le volontarie assistono in gran numero a Ravenna e Russi, ospitando presso le proprie abitazioni i pazienti curati ed in attesa di casa; i cani di privati che per vari motivi non riescono più a sostenere le spese di veterinario ed alimentazione

Siamo particolarmente fiere del fatto che, nella terra della salsiccia e del ragù, i piatti cruelty free proposti siano stati tanto apprezzati; certo, la preparazione ci ha impegnate parecchio, ma noi siamo un’Associazione Animalista!! E anche se il percorso di ognuno è diverso e personalissimo, e il traguardo verso uno stile di vita senza crudeltà nei confronti degli animali (compreso: non mangiarli!) non può essere imposto a nessuno, ed è sicuramente condizionato da cultura, educazione ed abitudini dure a morire; nonostante tutto ciò, riteniamo che lo spirito che  anima un'associazione che si occupa di difesa  e tutela del benessere animale (di tutti gli animali!) si debba evidenziare anche nella scelta di un menù “etico”, che possa diffondere la conoscenza di nuovi piatti e di un nuovo stile di vita.

Purtroppo, incredibilmente, questo semplice principio non è fatto proprio da tutte le associazioni e così, con la scusa di poter radunare un maggior numero di persone (teoria tutta da dimostrare), per raccogliere fondi per la tutela di cani e gatti si serve allegramente carne di altri animali. Animali, che prima di finire nel piatto, erano vivi! Esseri senzienti per i quali la scelta di un menù a base di carne ha significato terrore e morte.
Ravenna, 30 maggio 2012

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IN REGIONE SI DISCUTE DELLA REINTRODUZIONE DELLA CACCIA CON L'ARCO

LA LETTERA DI C.L.A.M.A. ALLA REGIONE

"Si discutono in questi giorni in Commissione Politiche Economiche della Regione Emilia Romagna gli emendamenti alla legge regionale 8/1994, sulle disposizioni per la protezione della fauna selvatica e per l’esercizio dell’attività venatoria.

La proposta di legge, che sta spaccando la Giunta, prevede tra l’altro la reintroduzione dell’uso dell’arco e la possibilità di caccia agli ungulati su terreni innevati.

L’associazione animalista C.L.A.M.A Ravenna invita la Commissione ad esprimere un voto di civiltà, votando contro una “pratica crudele”, come è stata definita dalla consigliera Meo. Ci auguriamo fortemente pertanto  che in Commissione prevalgano le ragioni di chi si batte contro questa  pratica arcaica e incivile.

La maggioranza dei cittadini non va a caccia, né sostiene la caccia. Ma la maggioranza dei cittadini vota, e lo fa sempre di più anche sulla base di decisioni come questa.

Dopo lo sciagurato esempio del Piemonte, dove il Referendum sulla caccia è stato cancellato a neanche un mese dalla data prevista, ci auguriamo che l’Emilia Romagna voglia distinguersi positivamente."

 

Associazione animalista C.L.A.M.A. Ravenna

 


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CACCIA ALLE SCUOLE MEDIE: C.L.A.M.A. scrive all'amministrazione

LEGGETE LA NOTIZIA ED IL NOSTRO COMUNICATO:

 

Sul sito di cacciatori Big Hunter leggiamo con sgomento di una
iniziativa di pubblicizzazione della caccia in una scuola media:
http://www.bighunter.it/Caccia/ArchivioNews/tabid/204/newsid730/10549/Default.aspx

"Organizzato dalla Federazione Italiana della caccia, Sezione di
Conselice, si terrà da martedì 22 e sabato 26 maggio nel comune in
provincia di Ravenna la manifestazione 'A caccia di vita - Come arrivare
da dove ti trovi a dove vorresti essere'.
La manifestazione, che ha il suo punto forte nel coinvolgimento degli
alunni della locale scuola media, sarà ospitata presso la sala 'Il
Gabbiano' di Conselice, in Via Verdi, 2."

Questo è il testo della lettera che C.L.A.M.A ha inviato a Comune e Provveditorato:

"

Nei giorni dal 22 al 26 maggio si svolgerà la manifestazione “A caccia di vita” a Conselice (Ravenna). La vera novità è costituita dall’incontro con alunni e genitori della scuola media, in cui verrà illustrato “il ruolo della caccia come strumento di gestione e valore aggiunto del territorio”.

I blog dei cacciatori plaudono all’iniziativa: su Big Hunter, si leggono i racconti di padri orgogliosi che hanno messo in mano il fucile al figlio di cinque anni e le frasi esultanti di chi afferma la necessità di fornire alle giovani menti informazioni complete su tutto il ciclo della vita con tali “encomiabili” manifestazioni.

Oltre ad esprimere il più profondo dissenso in merito a tale iniziativa (i giovani dovrebbero essere educati al rispetto della vita, in tutte le sue forme, e non all’uccisione di animali ignari da parte di chi si apposta munito di fucili e cannocchiale), augurandoci quindi che il Provveditorato e gli Istituti scolatici ne prendano tempestivamente le distanze, riteniamo che la completezza di informazione dovrebbe comprendere alcuni punti salienti: ad esempio, si potrebbero condurre le scolaresche nei boschi dopo una battuta di caccia, a fare raccolta di bossoli e pallini di piombo. Qualche esperto potrebbe spiegare loro la nocività del piombo, che si infiltra nel terreno e nei corsi d’acqua; il grado di rispetto della legge che impone di raccogliere i bossoli da parte dei cacciatori è facilmente verificabile con una semplice passeggiata in territori di caccia.

 Inoltre, un rappresentante dell’Associazione Vittime della caccia potrebbe illustrare i dati dei dossier delle vittime della caccia (nell’ultima stagione, 13 feriti e 1 morto fra la gente comune, e 62 feriti e 10 morti fra i cacciatori. E si tratta di dati incompleti).

Ancora, si potrebbe proseguire con una visita agli allevamenti di mini lepri, che vengono importate dall’Europa dell’est dagli anni ‘50 ed immesse nel territorio italiano anche con carattere di regolare fornitura alle amministrazioni provinciali, per la gioia di chi correrà ad ammazzarle, o presso gli allevamenti di cinghiali, che non essendo autoctoni in tutte le regioni d’Italia vengono allevati da 60 anni, anche ibridandoli col maiale, e per varie ragioni rilasciati sul territorio.  Sono proprio i danni causati da questi animali che giustificano le mattanze del “controllo venatorio selettivo”.

Ancora, la formazione didattica dovrebbe  comprendere una visita ad una qualsiasi canile comunale, dove i cani da caccia “inabili” costituiscono la maggioranza dei disgraziati ospiti.

Non dovrebbe  mancare neache la visione di filmati con l’agonia di un cervo, di un camoscio, di una volpe, o di una tortora, impallinati per divertimento.

Il continuare a ripetere, come un mantra, che i cacciatori rispettano la natura e l’ambiente, non aiuterà a renderlo credibile.

 Ma confidiamo fortemente che  il processo educativo dei giovani delle scuole non debba  in nessun modo passare attraverso parole e immagini che inneggiano alla  caccia  e che la discussione  finisca ancora prima di cominciare."

 

Associazione animalista C.L.A.M.A  Ravenna

 

 

 

 

 

 

 

Comunicato di CLAMA

sulla proposta Enpa

L'associazione CLAMA risponde alla proposta di Enpa di tassare biglietti di zoo circhi ed esposizioni per promuovere il "benessere animale".

L'associazione Clama sulla proposta di Enpa: "Assurdo parlare di benessere per gli animali"

lunedì 12 marzo 2012

"Siamo esterefatti dalla notizia, pubblicata dai giornali locali, nella quale Enpa dichiara di avere inoltrato al Sindaco del Comune di Ravenna la proposta di procedere al prelievo del 10% sul biglietto per accedere a spettacoli circensi, esposizioni, zoo, per reperire fondi necessari per promuovere il benessere animale" dichiarano dall'associazione C.L.A.M.A. di Ravenna.

"Sarebbe come proporre una tassa del 10% sul lavoro derivante dallo sfruttamento minorile per costruire asili. (Prevenendo qualsiasi commento, chi scrive lavora sia con bambini che con animali, e ha a cuore la lotta allo sfruttamento ed alla sofferenza di tutti gli esseri viventi, umani e non umani). Vorremmo capire come si propone l'Enpa di migliorare il benessere degli animali sfruttando quella di coloro costretti loro malgrado ad una vita in gabbia, sottoposti ad addestramenti contro natura, esibiti per puro divertimento".

"Non si può parlare di benessere per gli animali rinchiusi nei circhi o negli zoo. Centinaia di psicologi concordano nel definire tali spettacoli anacronistici e diseducativi, in quanto basati su un concetto di non rispetto e di mancanza di empatia nei confronti della sofferenza. A meno che l'associazione non giudichi morale "sacrificare" gli animali dei circhi per raccogliere fondi per le sterilizzazioni dei randagi. Fondi che comunque devono essere già previsti , visto che la prevenzione del randagismo rientra tra le competenze principali del Comune e Ausl".

"Invece che proporre un balzello sulla sofferenza, bene avrebbe fatto l'Enpa a ricordare alla nostra amministrazione comunale che in diverse città italiane e in moltissimi Paesi il circo con animali è stato proibito da anni. In Gran Bretagna, più di 220 giurisdizioni municipali o contee hanno proibito l'uso di animali selvatici e in alcuni casi di tutti gli animali (anche non selvatici) in qualsiasi spettacolo.In Israele, i circhi con animali sono vietati dal 1998. Tel Aviv ha proibito l'attendamento dei circhi con al seguito animali selvatici e non nel 2005. E la lista è ancora molto lunga".

"Capiamo che il nostro Comune, che riconosciamo spesso attento a quanto viene suggerito da associazioni di volontariato, animaliste e non, voglia offrire ai cittadini lo spettacolo magico del circo; per questo ci permettiamo di suggerire una lista anche se incompleta di compagnie circensi che non utilizzano animali: Circo della famiglia Cirkus, Circo Italiano, Circo Millennia, Circo de los Niños, Circo du Soleil, Circo Floize, Circo Fos, Circo Plume, Circo Cloud Seeding, Circo Fern Street, Circo Flying Fruti Fly, Circo Flying High, Circo Gregangelo & Felocity Trouppe, Circo Hiccup, Circo Imperiale della Cina, Circo Lazer Vaudeville, Circo Les Colporteurs, Circo Haga un Circo, Circo Internazionale del México, Circo Neil Goldbergos, Circo New Picle, Nuovo circo di Shanghai, Circo Russo-Americano per i bambini e il Circo Teatro Swamp".

"Ci auguriamo che la nostra Amministrazione prenda in seria considerazione la possibilità di invitare sul suolo comunale SOLO compagnie circensi che non utilizzano animali, cogliendo così l'occasione per offrire un vero esempio di civiltà".


Leggete notizie e commenti correlati in:
http://ravennanotizie.it/main/index.php?id_pag=65&id_blog_post=53169

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